Alla notizia di ieri che a “cadavere ancora caldo” il Sottosegretario Alfredo Mantovano (Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica) è già pronto a presentare il nuovo Direttore Generale al COPASIR per averne l’approvazione, si è costretti a prendere atto che l’abbandono di Baldoni non è stato certo un fulmine a ciel sereno oppure che il Governo – quando vuole – riesce a trovare in poche ore il sostituto per una delle figure più delicate dell’architettura di difesa del nostro Paese.
La celerità con cui in un baleno (e pulisco meno, diceva uno spot pubblicitario…) si è trovato un altro specialista palesa una reattività istituzionale che tutto il mondo è destinato ad invidiarci. Oppure è la prova che l’Italia gode di una tale sovrabbondanza di super-esperti di cybersecurity che il surplus potrebbe essere esportato in giro per il mondo risolvendo un problema planetario.
Effettivamente a vedere chi affolla convention e workshop (loro non parlano di volgari seminari, conferenze o congressi…) sul rischio di hacker e virus, ci si accorge che di sedicenti luminari della materia ce ne sono in quantità esuberante le più rosee aspettative.
C’è gente che, riuscita ad installare la “app” sulle previsioni meteo, improvvisamente – come nel Vangelo i discepoli di Gesù il giorno della Pentecoste – si mette a dissertare delle più bizzarre vulnerabilità hi-tech e dei possibili inconvenienti per chi sfida l’instabilità climatica senza informarsi. Ci sono incravattati guru che, riusciti a ricaricare lo smartphone centrando al primo colpo dal verso dritto la porta microUSB, narrano le loro esperienze di continuità operativa in situazioni di emergenza energetica…
Quindi che ci vuole a trovare un nuovo Cyber Czar?
Ma torniamo al titolo.
Avrei creduto che a far festa per le dimissioni del professor Roberto Baldoni fosse chi ne eredita il posto e quelle non poche centinaia di migliaia di euro di stipendio annuo, e invece…
Sembra che a gioire dell’uscita (vai a capire se volontaria o “spintanea”) del capo della Agenzia Cyber siano i pirati informatici russi che hanno perseguitato l’Italia negli ultimi tempi. L’aver “mandato la palla in rete” un numero elevato di volte avrebbe fatto pensare che agli hacker facesse piacere che “in porta” ci fosse Baldoni. Capovolgendo la classica espressione “squadra che vince non si cambia”, si sarebbe portati a pensare che nessuno vorrebbe modificare l’assetto di una formazione avversaria che si batte facilmente.
Allora perché brindare ed esultare? Forse già sanno che il prossimo Direttore Generale – scelto con rigorosi criteri di competenza ed esperienza nel magmatico settore – sarà proporzionale al cinematografico “Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento” del magistrale Alvaro Vitali?
Peccato questa non sia una commedia, ma una tragedia.