Il Regno Unito è da due anni alle prese con l’Online Safety Bill, una proposta di legge – il cui long title è: a Bill to make provision for and in connection with the regulation by OFCOM of certain internet services; for and in connection with communications offences; and for connected purposes – che si prefiggeva in partenza lo scopo di migliorare la sicurezza della rete, prevedendo un obbligo o, come definito dal Parlamento, un duty of care, sia nei confronti dei contenuti illegali che dei contenuti “legali ma dannosi”.
Ovviamente il disegno di legge è stato pesantemente criticato per le sue proposte di limitare la pubblicazione di contenuti “legali ma dannosi”, creando di fatto una nuova forma di censura di discorsi pur sempre legali.
Le proteste hanno fatto si che nel novembre del 2022 tutte le misure che avrebbero obbligato i Big Tech a rimuovere i contenuti “legali ma dannosi” sono stati rimossi dal testo in discussione, al fine di proteggere la libertà di parola.
Da quel momento l’attenzione mediatica si è spostata sui contenuti illegali.
Il Governo britannico ha affermato che il disegno di legge non rappresenta in alcun modo un divieto di implementare la crittografia end-to-end, né richiederebbe servizi per indebolire la crittografia.
D’altro canto, però lo stesso legislatore vorrebbe che l’Office of Communications (OFCOM), ossia l’authority inglese per le società di comunicazione, abbia il potere di far sì che le piattaforme di comunicazione utilizzino tecnologie accreditate, o sviluppino nuove tecnologie, per identificare i contenuti di abusi sessuali su minori e altri reati online o di particolare allarme sociale. Il che si tradurrebbe inevitabilmente in un’incompatibilità tecnica – oltre che logica – con la tecnologia end-to-end, la quale consente di leggere un messaggio solo dal mittente e dal destinatario.
Come riportato da Reuters, il disegno di legge non fornisce alcuna protezione esplicita per la crittografia e, se implementato come scritto, potrebbe consentire all’OFCOM di forzare una scansione proattiva dei messaggi privati sui servizi di comunicazione crittografati, annullando di conseguenza lo scopo della crittografia end-to-end e compromettendo la privacy di tutti gli utenti.
Da qui la protesta di alcune delle principali piattaforme di messaggistica, tra cui WhatsApp e Signal, che si sono dette pronte a lasciare il Regno Unito nel caso in cui la proposta di legge venisse approvata.
Come riportato da alcuni tabloid, tra i quali il Guardian, il CEO di WhatsApp si è detto preoccupato, affermando “recentemente siamo stati bloccati in Iran, per esempio. Ma non abbiamo mai visto una democrazia liberale farlo…i nostri utenti in tutto il mondo vogliono la sicurezza. Il novantotto per cento dei nostri utenti si trova al di fuori del Regno Unito. Non vogliono che abbassiamo la sicurezza del prodotto, e proprio come una questione semplice, sarebbe una scelta strana per noi scegliere di abbassare la sicurezza del prodotto in un modo che influenzerebbe quel 98% degli utenti”.
Di diverso avviso il Governo londinese, secondo il quale le aziende tecnologiche hanno il dovere morale di garantire un aiuto alle forze dell’ordine in tema di abusi sessuali su minori sulle loro piattaforme, senza far finta di non vedere.