I tecnici del ministero lo hanno definito un “intenso attacco cibernetico”. Non ci sono sismografi a misurare il “terremoto” che ha stordito il portale delle imprese e del Made in Italy, ma è certo che non è quel sito web a costituire un bersaglio appetibile per la criminalità informatica e per i suoi diversi committenti in cui spaziano Governi stranieri, aziende estere e semplici burloni che si divertono a far disperare l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Niente paura. Non sta succedendo nulla e ogni allarme suona come banale azione di propaganda volta a poter dire “ce l’abbiamo fatta”, oppure “è stata dura, ma siamo stati capaci di resistere e contrastare i pirati digitali” o ancora “la macchina della difesa ha funzionato”…
Ieri era paralizzato lo sportello virtuale delle carte di identità e – come nel caso del MIMIT (ennesimo acronimo che siamo costretti ad imparare ad ogni ridefinizione della compagine governativa) – dopo qualche ora, con grande lentezza, si è tornati alle condizioni di normalità.
Parliamo di insediamenti oggetto di interesse più nei momenti in cui si annuncia che sono “fuori uso” che nella silente quotidianità. Se nessuno urlasse che i banditi digitali hanno cinto d’assedio i siti di questo o quel dicastero, ad accorgersi dei disservizi sarebbe solo quella manciata di occasionali visitatori che incappano nel momentaneo disservizio e che, senza problemi, vi fanno ritorno dopo mezza giornata….
L’infausto giorno in cui ci sarà davvero un attacco informatico probabilmente non ci sarà nemmeno modo di raccontarlo, se non facendo ricorso a mezzi di comunicazione che meno risentono delle interferenze tecnologiche. La notizia la si sentirebbe alla radio, magari in onde medie, e certo non attraverso canali hi-tech di qualsivoglia sorta. Forse non la sentiremo nemmeno alla radio, dove si guarda al futuro con DAB et similia e si dismettono le modalità tradizionali di diffusione del segnale….
Come già detto e ripetuto, ormai fino alla nausea, la guerra cibernetica non è questa che a stento è paragonabile ad un alterco stradale per la conquista di un posto al parcheggio.
La narrazione è però quella ufficiale e ci pieghiamo – non senza sorridere – al cosiddetto “mainstream”. Anzi siamo pronti a scaldarci le mani per applaudire per l’ennesimo successo degli eroici tutori dell’italica cybersecurity.
Ci spiace immaginare le facce tristi dei birbaccioni in braghe corte che – armati di cerbottane virtuali e fionde digitali – sono stati sconfitti da gente la cui “paghetta” è la remunerazione “Bankitalia style”.
Nonostante la tempestività della risposta istituzionale (in un battibaleno era stato aperto un fascicolo a Piazzale Clodio), i birichini purtroppo la faranno franca e nessuno potrà metterli in castigo per l’ennesima marachella.
Non disperiamo. Prima o poi qualcuno li acchiapperà. Prima? Poi.