Non so voi, ma io ne ho abbastanza. Due settimane con la meteorologia in prima pagina e tante idiozie sono troppe.
Si scrive Meteorologia, me-te-o-ro-lo-gia, non me-te-re-olo-gia.
Meteorologia, dal greco μετεωρολογία, letteralmente “studio dei fenomeni celesti”. Ramo delle scienze dell’atmosfera e della Terra che studia i fenomeni fisici che avvengono nell’atmosfera terrestre, in prevalenza nella sua parte chiamata troposfera, responsabili del tempo meteorologico.
Ce ne sono varie di meteorologie: sinottica, dinamica, numerica, aeronautica, spaziale, ambientale, agrometeorologia e radarmeteorologia. Spero di non averne dimenticate.
Se leggete metereologia avete a che fare con giornalista che scrive senza sapere di cosa scrive.
Ne ho abbastanza anche di iLMeteo.it o meglio del suo fondatore.
Capisco che abbia come obiettivo strategico la visibilità del sito e la promozione dell’applicativo e del brand.
Capisco che sia importante fare notizia e per farlo si esagera, si drammatizza.
Capisco che faccia di tutto per soddisfare 30 milioni di utenti e per aumentarne il numero così da intascare bei soldini con la pubblicità e altri inserzionisti, ma ciò non giustifica inventarsi nomi minacciosi e tetri per descrivere normali fenomeni meteorologici.
Normali perché non si può parlare di anormalità quando si ha a che fare con il tempo meteorologico, quello che studia i fenomeni di breve durata che si manifestano nell’atmosfera terrestre.
Il numero di configurazioni possibili dell’atmosfera è talmente elevato che non ha senso parlare di normalità. In caso si deve parlare di frequenza.
Capisco anche che potere dire che iL.Meteo.it è l’unico sito in Italia ad assegnare nomi propri a temporali, nevicate e ondate di calore, attrae e fa vendere.
Peccato però che un’ondata di calore viene definita, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, come un periodo di vari giorni in cui in un luogo geografico si registrano temperature più alte rispetto alla media di quello stesso luogo relative a un trentennio di riferimento. Ogni paese può adottare definizioni più precise in base alle valutazioni dei propri servizi meteorologici nazionali. In Italia si parla di ondata di calore quando si verifica un periodo di almeno 3 giorni consecutivi in cui la temperatura media giornaliera è significativamente superiore alla media del periodo 1981-2010 o 1991-2020.
Non c’è un’unica temperatura di soglia oltre la quale si parla di ondata di calore: è diversa da località a località, sulla base della relativa storia climatica. Quindi un’ondata di calore non è un fenomeno unico, battezzabile, come nel caso di cicloni o uragani, dai servizi meteorologici pubblici o dal coordinamento tra vari paesi, rispettando precisi criteri condivisi.
Peccato anche non informare lo spettabile auditorio che l’OMM, Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, abbia dichiarato (comunicato del 18 luglio 2023): “Dare dei nomi alle ondate di calore mette l’attenzione su aspetti sbagliati. Dare un nome proprio a una singola ondata di calore è fuorviante per l’attenzione del pubblico e dei media, li distoglie dai messaggi più importanti, quelli che riguardano chi è a rischio e come bisogna occuparsene».
In altre parole, per l’OMM assegnare nomi non ufficiali può creare confusione nella comunicazione e conseguenze negative, oltre a far perdere tempo ai servizi meteorologici pubblici.
Poi, per quanto simpatica possa essere l’idea di lasciare che siano gli utenti a proporre i nomi dei diversi fenomeni tramite il forum del sito e la pagina Facebook, sarebbe opportuno esplicitare modi e criteri delle procedure di assegnazione. Anche perché, a mezzo stampa, Lei ne rivendica la paternità esclusiva. Qualcosa non torna.
Come vede capisco tutto, egregio ed esimio Dottor Ing. Antonio Sanò, fondatore de iLMeteo.it, ma non arrivo a comprendere perché scegliere nomi minacciosi, tetri, che alimentano preoccupazione e che niente hanno a che fare con i fenomeni.
Perché Lei abbia deciso di chiamare due normali anticicloni africani Cerbero e Caronte, le ricordo che per le loro caratteristiche fisiche non si possono dare nomi alle ondate di calore, non mi è per nulla chiaro.
Lei ha dichiarato (la Repubblica, 19 luglio 2023) di averlo fatto per celebrare il suo amore per Dante, che però non è passato alla storia per le sue conoscenze meteorologiche, per quanto ne sappia.
Cerbero è, secondo la mitologia greca, un cane mastino, con tre teste che rappresentano il passato, il presente e il futuro. Anziché di pelo, il suo corpo è ricoperto di serpenti velenosi che si rizzano facendo sibilare le proprie orrende lingue a ogni suo latrato il quale non corrisponde a quello di un cane normale, ma a un rombo di tuono.
Cane gigantesco e sanguinario, uno dei mostri a guardia dell’ingresso degli Inferi su cui regna il dio Ade.
Nulla è detto nei miti e leggende che l’Ade – re e regno hanno lo stesso nome- fosse un luogo dalla temperatura elevata. A parte il Flegetonte, fiume di fuoco che quando lascia le profondità della terra è lava dei vulcani e circonda il Tartaro, luogo alquanto sgradevole che ospita i giganti e i titani che si sono ribellati agli dei, in compagnia di chi ha compiuto crimini molto gravi, il resto dell’Ade non è male per niente.
Il prato degli Asfodeli è bello, anche se poco illuminato.
I Campi Elisi sono un resort di gran lusso, così come le Isole Fortunate, dette anche Isole dei Beati.
A proposito, Dottor Sanò, ricorda? Battezzò Flegetonte l’ondata di calore del 2015, mentre Scipione fu da lei scelto per quella del 2012. Nel 2018 si è inventato Minosse. I primi due avevano a che fare con fuoco e Africa, Minosse perché guardiano dell’Inferno dantesco che lei tanto ama, ma quanti “fenomeni eccezionali”, quante “anomalie di temperatura” capitano quaggiù? Non dovevano essere qualcosa di molto raro.
Comunque, Omero, nell’Odissea, descrive l’Ade come una “sfera fisica oscura e misteriosa, perlopiù preclusa ai viventi, dove soggiornano in eterno le ombre (e non le anime) degli uomini senza apparente distinzione tra ombre buone e ombre malvagie, senza nemmeno un’assegnazione di pena o di premio in base ai meriti terreni”.
Di fuoco e calore elevato non se ne parla proprio.
Il povero e terribile Caronte, secondo Gustavo Doré, che in realtà si chiamava Paul Gustave, è un vecchietto dall’aspetto squallido e seminudo. A parte i suoi “occhi di bragia”, nulla ha a che fare con il fuoco, o con temperature ambientali elevate. Di mestiere fa lo psicopompo.
Lo psicopompo, in genere è una divinità. Nella mitologia e nella religione è la figura che accompagna le anime dei morti nell’oltretomba. La parola “psicopompo” deriva dal greco antico ψυχοπομπóς, composta da Psyché-anima e pompós-colui che manda.
Povero Caronte, Dante lo degrada a semplice traghettatore di anime, mentre Antonio Sanò gli attribuisce origine africana.
Insomma, egregio ed esimio Dottor Ingegnere, è vero che Lei dichiara che iLMeteo.it ha scelto “uno stile di comunicazione volutamente popolare che mira a raggiungere l’ampio pubblico che quotidianamente utilizza iLMeteo.it”, ma ciò non giustifica fare informazione allarmista e non corretta, oppure usare figure metaforiche certamente immediate, ma che non c’entrano per nulla.
Capisco che Lei non sia un meteorologo, forse particolarmente ferrato nelle discipline umanistiche, ma così dà veramente un cattivo esempio.
Vedi tutti coloro che hanno parlato di “tempeste di calore”: La Nazione, Televideo RAI,it, ANSA, la Repubblica, Il Sole 24ore per citarne solo alcuni. Peccato che le tempeste di calore non esistono.
Esistono le tempeste di fuoco che si creano in un incendio a seguito dell’effetto camino. Il calore dell’incendio richiama sempre più aria, quindi ossigeno, che alimenta ulteriormente l’incendio.
Oppure vedi le immagini pubblicate per testimoniare le alte temperature. Croce verde di farmacia con al centro indicazione della temperatura: 41gradi Celsius. Cupola di San Pietro in secondo piano.
Il che evoca in primo luogo che siamo a Roma, poi che si sta male e occorre ricorrere alle cure mediche e a dispositivi farmaceutici, infine che la temperatura ambiente sia di 41 gradi Celsius.
Quindi titolo drammatico dell’articolo: Roma soffoca.
Il che alimenta sia la truffa di vendere bottigliette di acqua ai turisti a 5 euro la bottiglia, sia i commenti sfigati del ministro del turismo tedesco in vacanza.
Peccato che non sia vero. O meglio, è vero che il termometro della farmacia sta rilevando 41 °C, ma non è vero che la temperatura sia pari a 41 °C. Non si misura la temperatura lasciando il termometro in pieno sole, magari alle due di pomeriggio, un paio di metri sopra un marciapiede pavimentato con catrame nero.
La temperatura meteorologica si misura avvalendosi di un termometro posto all’interno di una capannina meteorologica. Dicesi capannina meteorologica, o schermo di Stevenson, (Thomas Stevenson, 1818-1887, ingegnere scozzese che l’ha inventata), una particolare schermatura che serve a proteggere dalla pioggia e dalle radiazioni dirette dei raggi solari gli strumenti per la misurazione delle grandezze meteorologiche, permettendo la circolazione dell’aria al suo interno, dunque senza falsare le misurazioni ovvero minimizzando gli errori strumentali.
Pensata per accogliere diversi strumenti di misura (termometro, igrometro, barometro, termografo), la capannina tende a offrire un ambiente il più possibile uniforme in relazione all’aria esterna. Essa è parte integrante di una stazione meteorologica senza la quale sarebbe impossibile alcuna misurazione scientifica.
La capannina meteorologica ha la forma di una casetta in legno di larice stagionato, (materiale conosciuto per essere un cattivo conduttore di calore), con tetto a spiovente per permettere alla pioggia di scorrere liberamente e alla neve di non depositarsi massicciamente. Rigorosamente dipinta con molti strati di vernice bianca per essere in grado di riflettere i raggi solari, necessita di manutenzione costante con totale riverniciatura ogni due anni. Di solito viene montata sopra un supporto di legno o di metallo e le sue pareti sono dotate di persiane,
Il posizionamento della capannina meteorologica è determinante al fine di minimizzare gli effetti dovuti a fattori “esterni” come le ombre degli alberi, muretti, recinzioni e altro che potrebbero condizionare anche significativamente le rilevazioni. Affinché le misure si avvicinino il più possibile alla realtà, la capannina deve essere posizionata almeno a 20 metri di distanza da ogni cosa, su di un manto erboso, con l’apertura verso nord per permettere di leggere i dati senza che gli strumenti subiscano influenze dai raggi diretti del sole.
Con l’avanzare della tecnologia, gli strumenti per la misurazione del tempo atmosferico sono diventati più piccoli e le rilevazioni non avvengono più manualmente e sul campo, ma con collegamenti radio. Per questo, sono nati degli schermi, costituiti da piatti bianchi di particolare materiale plastico resistente, i quali custodendo al loro interno il sensore termoigrometro, permettono una misurazione ancora più corretta, a patto che siano correttamente installati in spazi quanto più esenti dai riverberi degli ostacoli circostanti. (Grazie al Web e a Chat GPT…).
Quanto sopra esposto consente di affermare che un’insegna di farmacia non è una stazione meteorologica.
La meteorologia è una cosa seria e va lasciata alle persone serie. In Italia sono in organico al Servizio Meteorologico Nazionale dell’Aeronautica Militare. Non per nulla sono loro che dal 2021 assegnano i nomi alle perturbazioni cicloniche più intense che interessano il Mediterraneo centrale.
Non per nulla i migliori docenti universitari di meteorologia e climatologia, sono stati tutti generali dell’aeronautica: Giorgio Fea, Ezio Rosini, Sabino Palmieri, per citarne alcuni.
Il Servizio Meteorologico nasce nel 1925, a seguito della fusione nell’Ufficio presagi della allora neonata Aeronautica Militare, del Servizio aerologico dell’esercito e del Regio Ufficio centrale di meteorologia.
Anche se a partire dai primi anni 1980 il Servizio Meteorologico ha subito amputazioni varie, anche se le sue funzioni sono oggi limitate alla gestione della rete sinottica di osservazione (circa 200 stazioni, di cui quasi la metà presidiate continuamente e il resto automatiche), nonché all’indagine e previsione sull’intero territorio nazionale degli eventi meteorologici a breve scadenza (24-48 ore) e alla distribuzione, sempre a livello nazionale, dei prodotti dell’ECMWF (European Center Medium Weather Forecast), Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine, in particolare della produzione dei campi meteo prognostici da 3 a 10 giorni, il suo sito Web MeteoAM.it è considerato il più affidabile in assoluto fra quelli che hanno a che fare con la meteorologia.
Non confondono clima e tempo meteorologico. Sanno che per parlare di clima servono almeno 30 anni di dati meteorologici. Sanno che differenza c’è fra cambiamenti e variazioni climatiche. Sanno che dire “… fra 24 ore il clima sarà…” equivale a dire una bestialità da licenziamento in tronco.
Non troverete sensazionalismi. Non si parla di bombe d’acqua, tempeste di fuoco, personaggi mitologici o storici o dei fumetti, declinati al maschile o al femminile. Solo onesta fisica e previsioni attendibili. Scusatemi se è poco.
Si consiglia a chi vuole, o deve, scrivere di meteorologia senza dire troppe sciocchezze di considerarlo il solo riferimento valido.
Lo si consiglia “molto caldamente”.