In Italia, solitamente, il periodo centrale di agosto corre piatto tra previsioni del tempo che generano speranze e preoccupazioni sia ai vacanzieri, sia agli imprenditori del settore turismo, lunghe file sulle autostrade con bollino rosso o nero, letture poco impegnate sotto gli ombrelloni ed amenità varie per un meritato riposo e recuperare le energie prima del ritorno al lavoro od alla scuola per giovani e ragazzi.
A parte immani tragedie come la strage di Bologna nel 1980, il crollo del ponte Morandi nel 2018 (solo per citare quelle che evocano i più tristi e terribili ricordi) ed i vari incidenti in cui incorrono turisti, a volte poco prudenti, qualche omicidio, tutto scorre sempre senza particolari scossoni.
Lo scorso anno l’estate è stata riscaldata, ancorché le temperature fossero molto elevate dalla metà di maggio, da un’accesa campagna elettorale in previsione delle elezioni settembrine.
Quest’anno le premesse sembravano far presagire che l’estate potesse scorrere tranquilla ma una serie di circostanze l’hanno surriscaldata bel oltre quanto hanno fatto le torride temperature.
Vediamone alcune, non necessariamente in ordine cronologico.
Il primo episodio, sicuramente il peggiore di tutti, è riferibile alle improvvide esternazioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, ben noto per le sue posizioni nell’ultradestra, tra cui Terza Posizione. Ha affermato che gli autori della strage di Bologna non sono quelli condannati in ben tra gradi di giudizio, sconfessando anche il Quirinale. Però non ci fornisce un alibi od i nomi di esecutori e mandanti. Chissà se vi fosse stato Cossiga o qualche altro Presidente “fumino” cosa sarebbe accaduto. Semplici opinioni personali è stato detto dai suoi mentori. Almeno scandaloso che non si sia dimesso nonostante le reiterate richieste da più parti pervenute e dalle prese di distanza. Non meravigliamoci se tra i Sottosegretari ve ne è uno (Galeazzo Bignami) che amava farsi fotografare in abiti nazisti. Non dimentichiamo chi, in Parlamento, ha sbandierato notizie coperte da segreto d’ufficio, il deputato Giovanni Donzelli, anche vice presidente del COPASIR. Sicuramente i segreti dello Stato sono ben custoditi.
Il tanto proclamato (quando si è all’opposizione si può dire di tutto, tanto le colpe sono sempre degli altri e non si deve fare nulla) blocco navale del Mediterraneo per stroncare gli sbarchi di migranti non è stato fatto. Solo i minus habens potevano credere fosse realizzabile. Quest’anno siamo al record storico di sbarchi. Perché il Governo non ne parla e ha di fatto “azzittito” il Ministro dell’Interno, relegandolo a poche brevi e scontate dichiarazioni?
Giustamente, però, si sono accorti, ovviamente per loro merito, che in estate si sono incrementati i contratti stagionali. Diamine negli anni precedenti non avveniva? Migliaia di studenti si sono mantenuti, in altre epoche, gli studi lavorando d’estate. Quest’anno è un fenomeno eccezionale. Sempre i minus habens possono crederci o chi, usando un vecchio modo dire, ha gli occhi foderati di prosciutto.
Iniziano a circolare prime larvate, ma non troppo, ammissioni di reali problematiche per le spese da finanziare nella prossima legge di bilancio. Le roboanti promesse elettorali di soldi per tutti (solo quelli degli evasori non si toccano) si stanno sciogliendo come neve al sole. Purtroppo ciò avviene realmente anche nei nostri ghiacciai ma tutto è normale, pur di contrastare chi difende l’ambiente e difendere i nefasti comportamenti di produttori (dall’industriale al piccolo coltivatore ed artigiano). Ma tra evasori e difesa di comportamenti contro l’ambiente sono tanti voti. Un ambiente devastato lo godranno le future generazioni.
Si sono persino accorti che le tanto vituperate accise, che dovevano essere abolite, od almeno ridimensionate notevolmente, sono indispensabili per non creare una voragine nelle entrate dello Stato. Sia la Meloni, sia Salvini ne avevano fatto un cavallo di battaglia ma la battaglia neanche è cominciata; è stata persa e basta. Non parliamo di legge sulle pensioni e di flat tax per tutti, in bilancio ne vedremo delle belle.
Poi ci sono i consueti incendi dolosi ma quelli non fanno più notizia, tranne per chi ne subisce le amare conseguenze.
Veniamo, infine, al “caso” che sta riempendo le pagine dei giornali di questi ultimi giorni: il libro del generale Vannacci. I tifosi dei contenuti esprimono il più becero qualunquismo che cova nella pancia degli italiani, mai dimentichi del razzismo che alberga in loro, nonostante la domenica vadano in chiesa per dimostrare la loro pietà, solidarietà cattolica e la fede. Vi è poi chi ne prende, con estrema cautela, le distanze per quei contenuti poco rispettosi della dignità umana. Quali siano le aspettative del generale non lo si sa con certezza. Possiamo azzardarne alcune: vendere libri e fare soldi, vendicarsi (sapendo di fare danni) per una stroncatura in carriera, aspirare ad un seggio in Parlamento, creare scompiglio politico “su commissione”, semplice vanagloria ed altro. Tra i contendenti e le possibili valutazioni si inserisce la politica.
Il Ministro della Difesa Crosetto, supportato dal Quirinale, perché il Presidente della Repubblica, in base all’art. 87 della Costituzione ha “il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa, costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”, ha preso iniziative tese a valutare eventuali azioni disciplinari ed amministrative nei confronti del citato generale.
Apriti cielo, il vice Presidente del Consigli Salvini lo osanna ed i vice Presidente del Consigli Tajani ne prende le distanze appoggiando il Ministro della Difesa. Il Ministro Crosetto sarà anche un moderato scomodo nel suo partito e nel Governo ma non è un extraparlamentare di sinistra.
Le tante crepe, lente ma progressive, della compagine governativa si allargano ma tutti si amano, giurano fedeltà e che non vi sono problemi.
Il Presidente del Consiglio (ha chiesto lei di non farsi chiamare la) se ne sta beata (non sappiamo anche se tranquilla) a godersi le meritate vacanze, avendo (non) realizzato le tante promesse elettorali.