Chapeau! Dinanzi alla fantasiosa bravura di certi criminali viene spontaneo applaudire l’avversario. E’ un certo imprinting sportivo a imporre di riconoscere la pericolosissima creatività di alcuni banditi e a costringere ad allertare la povera gente destinata a farsi turlupinare.
Dopo anni di tradizionale phishing e dinamiche simili, arriva un nuovo sistema capace di far uscire le vittime di casa, correre all’Ufficio Postale e fare fisicamente allo sportello le operazioni di trasferimento di denaro ai malfattori.
Non parliamo di ipotesi bizzarre, ma di concrete traversie – come le uova – “fresche di giornata” che è fondamentale pubblicizzare per evitare che tocchino in sorte a qualcuno.
Le organizzazioni a delinquere amano fare “pesca a strascico” e la fortuna purtroppo premia spesso chi con avida pazienza avvia una infinita raffica di tentativi casuali.
Il bandito chiama numeri telefonici mobili senza conoscere chi sia il destinatario e non appena il malcapitato risponde scatta la trappola. Evitando i convenevoli, con tono distaccato e al contempo assertivo l’abile birbone esordisce con frasi del tipo “Buona giornata, è il Servizio Antifrode di Poste Italiane. La preghiamo di prestare la massima attenzione a quanto le stiamo per comunicare. Il suo conto Banco Posta è in pericolo e deve seguire in maniera rapida e precisa le nostre istruzioni per scongiurare conseguenze terribili”.
Due le possibilità. Il potenziale bersaglio non ha nessuna relazione finanziaria con Poste e quindi la telefonata e il corrispondente conato truffaldino si chiudono sul nascere. Se invece chi riceve la chiamata ha una carta o un conto proprio con quella realtà, la strada è in discesa. Tramortito dalla premessa del misterioso operatore, chi pensa di essere in pericolo non bada al fatto di non essere stato chiamato per nome o di non aver sentito riferimenti o sigle correlati alla sua posizione bancaria, ma si affretta a domandare come risolvere il problema.
Il tono del camaleontico furbetto si fa rassicurante. “Non si preoccupi, segua le mie istruzioni e metteremo in salvo i suoi risparmi”. Il malcapitato è preso all’amo e piano piano il mulinello riavvolge il filo: il risparmiatore capisce di essere in buone mani e quindi decide di attenersi alle disposizioni che gli vengono impartite.
Il povero disgraziato (che sarà ancor più povero alla fine dell’avventura) viene invitato a recarsi personalmente all’Ufficio Postale per trasferire le sue somme mediante una ricarica di una carta PostePay che gli viene indicata come sicura e affidabile. Tale movimento di denaro lo salverebbe dai ladri e persino dai dipendenti infedeli che si anniderebbero anche alle Poste, ma è fondamentale procedere con la massima urgenza.
Il tizio si precipita fuori casa e, mentre è ancora per strada, riceve un’altra telefonata da una sedicente agente della Polizia Postale che – fatto presente di conoscere la situazione e l’operazione che andrà ad eseguire – lo informa di indagini in corso proprio sull’Ufficio Postale verso il quale si sta dirigendo. Lo tiene al telefono anche quando arriva allo sportello e gli fa capire che l’impiegato che ha dinanzi rientra tra i sospettati. “Non si fidi di chi ha di fronte. Effettui le operazioni di ricarica e non dia spiegazioni di sorta…”
Asservito psicologicamente lo sventurato vuota il proprio conto e trasferisce ad un soggetto ignoto (ma fidatissimo secondo i suoi interlocutori telefonici) anche parecchie migliaia di euro. La “voce amica” controlla la vittima che nel frattempo si è tramutata nel più obbediente dei robot, che riceve ordini attraverso lo smartphone tenuto stretto stretto al padiglione auricolare così da non far sentire a nessuno la sequenza di comandi che riceve…
Il denaro fino a quel momento depositato sul conto finisce – secondo le esplicite volontà del legittimo intestatario – nelle fauci dei truffatori. La finta poliziotta, una volta accertatasi che il credulone abbia concluso la sua missione, suggerisce di uscire dall’Ufficio Postale e di ripetere presso analoga altra sede il medesimo trasferimento di somme eventualmente giacenti sulla propria carta PostePay. “Meglio spostarsi, meglio proseguire altrove…” dice quasi sottovoce la presunta investigatrice della Polizia e chi è stato imbrogliato non esita a rispettare quanto suggerito…
Prima che qualcuno creda che questa disavventura rientri nelle “truffe agli anziani”, è bene procedere ad un chiarimento dirimente.
Questo è semplicemente il resoconto di quel che è capitato la mattina del 25 settembre 2023 ad un giovane toscano di 30 anni, istruito, svezzato nell’uso dei dispositivi elettronici, mediamente informato sui rischi della vita moderna…
Niente vecchina, niente anziano pensionato. Forse è il caso di farlo sapere ad amici e parenti. Forse è il caso di farlo subito, prima che qualcuno li possa raggirare…