Secondo il Codice della strada un veicolo, di qualunque tipologia, può circolare solo se soddisfa tutti i requisiti per una guida sicura. Tutti d’accordo. Dal motore, alle ruote, alle luci, tutto deve essere a norma, altrimenti si rischiano sanzioni. Anche i vetri dei finestrini o dei parabrezza devono soddisfare vari requisiti di sicurezza, di cui gli umili e scontatissimi tergicristalli fanno parte. Del resto, quale persona normale si metterebbe alla guida, soprattutto col maltempo, senza questi piccoli dispositivi? (Beh, forse qualcuno un po’ strano c’è sempre…). Sembrano un congegno banale, basta un click per attivarli, ma è molto più che utile, è necessario. Le pattuglie stradali, oggi, effettuano controlli anche sui tergicristalli, ed il codice prevede anche delle multe perché la buona visibilità dipende da queste sottili asticelle, fondamentali in termini di sicurezza, per sé stessi e per gli altri. Istintivamente diamo per scontata la loro presenza, ma sappiamo che senza di loro non si può condurre un automezzo in tutta sicurezza, in nessuna stagione, pioggia, neve, polvere, o insetti che siano. Nostri complici in caso di necessità, anche se ci scocciamo quando si attivano “da soli, improvvisamente”, i tergicristalli sono un’utilissima invenzione per chi guida.
Ma fino alla metà del 1800 non era così. Gli autisti avevano vita dura, soprattutto in inverno, poiché in caso di maltempo erano costretti a circolare con due finestrini aperti, tirando fuori le braccia in continuazione per pulire il vetro anteriore, con una visibilità comunque ridotta.
Finché, in una giornata invernale del 1903, la signora americana Mary Elizabeth Anderson (1866-1953), che in quel momento si occupava di bestiame e coltivava vitigni in Alabama, con tempestivo problem solving trovò la soluzione, un modo di pulire i parabrezza senza dover aprire gli abitacoli, ideando così il primo tergicristallo. In visita a New York in quell’inverno del 1903, la Anderson notò che un autista del tram, con le braccia bagnate ed intirizzite, teneva aperti due finestrini mentre i passeggeri rabbrividivano, per ripulire il parabrezza dalla neve. Dopo il rientro in Alabama, Mrs. Anderson progettò un dispositivo (ovviamente, al tempo, di tipo manuale) non solo per pulire, ma per mantenere nitido in maniera continuativa il parabrezza, facendone realizzare un prototipo da un’azienda del posto. Lo strumento era semplicemente formato da una manovella posizionata dentro all’abitacolo, la quale muoveva un’asta di gomma all’esterno del parabrezza, facendola oscillare al bisogno; situata vicino al guidatore, la leva era comandata manualmente e comodamente dall’autista, in tutta sicurezza, senza dover aprire i finestrini del veicolo.
Incredibilmente, anzi ottusamente, l’idea di Mary non venne accettata, non valeva la pena di pagare un progetto inutile inventato da una donna; fu soltanto con la sua tenacia che la Anderson riuscì ad ottenere, pagandolo, il meritato brevetto, valevole per 17 anni. Ella tentò poi di venderlo, ma ottenne solo rifiuti. Una fabbrica canadese non lo accettò definendolo inutile e fallimentare dal punto di vista commerciale. È doveroso però notare che nel primo decennio del 1900 non tutte le vetture possedevano i parabrezza, in quanto lentissime, per cui l’importanza del dispositivo di Mary non fu afferrata. Ma già dopo il 1910 esse iniziarono a raggiungere velocità più elevate, che resero necessaria l’installazione di un vetro anteriore di protezione per conducenti e passeggeri. Così i tergicristalli diventarono elementi essenziali, ma purtroppo il brevetto di Mary Anderson era già scaduto, non avendolo lei rinnovato per sfiducia e per i costi.
Nel 1922 la Cadillac fu la prima azienda ad installare i tergicristalli come dotazione di serie, guarda caso, non appena il brevetto era scaduto. Inutile dire che alla Anderson non venne riconosciuto alcun merito sull’invenzione meccanica.
E per finire, è d’uopo ricordare che anche il primo tergicristallo automatico fu inventato da una donna, Charlotte Bridgwood, con un brevetto del 1917, ed anch’esso guarda caso non ebbe successo, se non da scaduto. Sicuramente il loro essere donne, a quell’epoca, avrà pregiudicato il successo delle loro invenzioni.
Poi, come accaduto tante altre volte nella storia, ovviamente senza vergogna alcuna, qualcuno ha copiato l’idea, l’ha commercializzata, ne ha goduto i proventi e ne ha assunto la gloria.
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