Mi è stato insegnato che si devono giocare anche le partite più scomode, persino quelle ritenute impossibili. Non è solo il gusto della sfida, ma è quel senso del dovere che è sempre più raro a trovarsi.
Ci sono cose che nemmeno i super-eroi affronterebbero, ma quelle medesime difficoltà a volte possono spingere le persone capaci e perbene a tentare l’inosabile.
Potrebbe essere la storia dell’ILVA, l’orgoglio della siderurgia nazionale che inutilmente qualcuno ha cercato di rianimare fino ad esclamare disperato quel “non c’è più niente da fare” solito a sentirsi nelle pellicole ambientate al Pronto Soccorso.
Il Tom Cruise di questa Mission Impossible era Franco Bernabè, uno dei personaggi che ha segnato profondamente l’ultimo mezzo secolo dell’economia del nostro Paese. Chi lo conosce, ed io ho avuto la fortuna di lavorare al suo fianco, sapeva perfettamente che era l’unico manager in grado di evitare la Caporetto sociale con cui adesso Taranto dovrà misurarsi.
Il futuro di una città, di chi ci lavora e di chi la abita è travisato dai politici che guardano al passato e – more solito – scaricano il disastro sui Governi che hanno preceduto l’insediamento della compagine che, forte nelle promesse e un po’ meno nel mantenerle, oggi guida la Nazione.
Nel rispetto della ridotta affidabilità di chi prima di essere eletto sembrava aver le soluzioni in tasca, alle parole non sono mai seguiti i fatti. Chi ha proseguito la staffetta al passaggio del campanellino sapeva perfettamente che non era una eredità facile e che transitare dall’opposizione al Governo ha sempre un impatto forte. Nessuno ha immaginato di attrezzarsi con un air-bag capace di ammortizzare le collisioni che non sarebbero mancate. Strada dissestata, ostacoli, imprevisti sono nulla in confronto all’andare a sbattere contro una montagna come quella delle Acciaierie d’Italia.
Così chi aveva prospettato taumaturgiche performance – adesso che Bernabè ha gettato la spugna dopo aver inutilmente pianto le risorse davvero indispensabili – dovrà dimostrare capacità, determinazione, abilità nel perseguire i risultati. Questa prova può risultare fatale.
Qualcuno ne dovrà rispondere. Lo dovrà fare con gli operai, con le loro famiglie, con chi rientra nell’indotto industriale, con chi ora ha la certezza di non avere più un domani. E non potrà dire “Non sapevo, non potevo pensare che…” perchè fare politica non è giocare a a flipper. Non basta inserire la monetina per avviare una nuova partita azzerando il punteggio fino a quel momento sul tabellone. Si deve continuare quella in corso da anni ed anni e occorre farlo nella consapevolezza che sarà tutt’altro che in discesa.
C’è chi dice di aver fiducia perché qualcosa è stato realizzato. Vero. Si era parlato di una trasformazione “green” ed effettivamente ora l’ex ILVA è “al verde”.