Padre del noto Piero e, quindi, nonno dell’altrettanto noto Alberto, in pochi sanno che Carlo Angela (1875-1949) fu un eroe antifascista; durante il ventennio lavorò, dopo una esperienza come sanitario in Congo e una specializzazione in neuropsicologia in Francia, come medico e come direttore sanitario presso una clinica per malattie mentali, vicino a Torino.
Questo impiego venne accettato dal dr. Angela quando, nel 1924, dopo aver coraggiosamente e pubblicamente accusato i fascisti per il delitto Matteotti sul settimanale “Tempi Nuovi”, la redazione fu assaltata e distrutta dalle camicie nere, spingendolo ad allontanarsi dalla città.
Fu una vera fortuna, come si seppe dopo, che il dottore optasse per questa scelta, a vantaggio di tutti i perseguitati che ebbero la buona ventura di incontrarlo. Infatti grazie alla sua posizione lavorativa, Carlo Angela, con enorme coraggio, poté elaborare, negli anni, vari piani per salvare la vita di molti ebrei perseguitati e destinati ai campi di concentramento, e per nascondere partigiani, disertori ed antifascisti in rotta col regime.
Cambiava l’identità dei “pazienti”, emetteva false diagnosi, manipolando necessariamente le cartelle cliniche, mutava gli ebrei in “ariani”, facendo in modo che le persone sane diventassero malati psichiatrici (lui in persona li istruiva su come fingersi pazzi); il tutto, aiutato da pochi e fedelissimi amici all’interno della struttura.
Coraggiosamente e per anni Carlo Angela andò avanti, nonostante i pericoli che correva e che faceva correre alla propria famiglia; più di una volta rischiò di essere scoperto, ma era talmente abile che le numerose ispezioni che la clinica subì non rilevarono mai nulla, i ricoverati in incognito non venivano mai identificati. Nel febbraio del 1944 fu sospettato di attività antifascista e interrogato, rischiando di essere fucilato, e si salvò per miracolo.
Dunque, giustificato dal suo ruolo di medico, il dr. Angela riuscì per anni a falsificare dati e ricoveri, pur di sottrarre esseri umani allo sterminio, con coraggio e perseveranza, senza mai tradirsi, senza mai tradire, senza mai vantarsi del suo magnifico operato, senza pretendere nulla in cambio, così come solo i veri eroi sanno fare.
Al termine del conflitto, si dedicò soprattutto alla sua professione di medico e venne nominato presidente dell’Ospedale Molinette di Torino; ma non per molto, perché purtroppo il dr. Angela senior morì solo pochi anni dopo la fine delle ostilità, nel 1949.
Fino ai primi anni del 1990 la storia della sua straordinaria vicenda rimase pressoché sconosciuta, nessuno aveva mai sospettato le gesta che lui era riuscito a compiere, se non fino a quando i diari delle persone che aveva salvato vennero dati alle stampe.
Nel 1986 il figlio, Piero Angela, aveva appena accennato, in una sua opera, ai salvataggi effettuati dal padre, ma fu solo nel 1996 che la figlia di una delle persone salvate (Renzo Segre) descrisse accuratamente in una sua pubblicazione la straordinarietà della vita di questo medico, a servizio di una umanità ripudiata, senza mai chiedere, umilmente e modestamente, ricompensa alcuna.
credits: Yad Vashem – The World Holocaust Remembrance Center
Nel 2002 al dr. Carlo Angela fu conferita l’onorificenza, consegnata ai figli, di Giusto tra le Nazioni (la Yad Vashem), per aver salvato molti ebrei dalla Shoah, rischiando la propria incolumità e quella dei suoi cari. La storia di suo padre, Piero Angela l’ha raccontata solo recentemente, dopo decenni, con il suo stile sempre sobrio e raffinato, signorile, senza ombra di vanto, ereditato dal genitore.
Almeno qualcosa dobbiamo a questi eroi, passati, presenti o futuri che siano: non dimenticare mai, deve essere la prima difficilissima e, spesso, scomodissima regola.