Elon Musk e Sam Altman. Dovevano essere i nuovi supereroi del mondo tecnologico. Capaci di proporre nuovi modi di fare impresa, di modificare le relazioni industriali “classiche”, di democratizzare e rivoluzionarie i processi decisionali.
Mai così tante aspettative furono così tanto disattese.
Le due aziende sotto la loro responsabilità, OpenAI e X, icone della Silicon Valley, sono assurte al disonore della cronaca per i drammi ad esse associati. Drammi tipici delle aziende riservate e centralizzate, capaci di diventare grandi, ma non eccellenti; guidate dall’ego di chi si crede Leader quando è solo un piccolo Boss.
Elon Musk e Sam Altman, dovevano essere il nuovo che avanza, mentre sono piccoli cloni dei titani del recente passato che hanno dichiarato volere sostituire, eliminandoli. A dire il vero c’è qualche interessante novità, ma non per merito loro.
Non capita spesso, infatti, che più di 700 persone su 770 che lavorano per un’azienda minaccino le dimissioni se non viene reintegrato nelle sue funzioni l’appena eiettato amministratore delegato. Ci sono andati giù pesanti con il loro Consiglio di Amministrazione: “Le vostre azioni hanno reso evidente che non siete in grado di supervisionare OpenAI. Non siamo in grado di lavorare per, o con, persone che non hanno competenza, giudizio e attenzione nei confronti dei dipendenti e della missione aziendale”.
Forse lo hanno fatto per andare anche loro in Microsoft, il colosso tecnologico che si è offerto di assumere Sam Altman, per guidare un nuovo gruppo di ricerca sull’intelligenza artificiale avanzata. L’avere già investito oltre 14 miliardi di dollari ha facilitato la decisione.
Non capita spesso che la minaccia sopra riportata sia condivisa da uno dei quattro membri del Consiglio di Amministrazione, che ha votato in favore del licenziamento.
Non capita spesso l’implosione di un’azienda come è accaduto a Tweeter, una volta comprata da Elon Musk, nel diventare X.
Non capita spesso che la spiegazione di queste dinamiche sia non solo semplice, ma anche un avvertimento, un promemoria. OpenAI e X, piattaforme che plasmano la società, in realtà sono aziende più che classiche dove i soliti pochi eletti decidono, mentre il denaro guida tutto. Opportuno ricordare che la valutazione di OpenAI si aggira sui 90 miliardi di dollari. Dai padroni del vapore ai padroni del bit. Nulla di nuovo.
Le due società hanno costruito un seguito di devoti fedeli, promettendo di costruire una tecnologia populista per un mondo che cambia: X, con il suo villaggio globale di conversazioni e OpenAI, il laboratorio di ricerca dietro ChatGPT, con i suoi prodotti super intelligenti destinati a rafforzare il pensiero umano.
La realtà è che Musk e Altman deliberano in segreto e non rispondono a nessuno, dopo avere consolidato il potere all’interno di un piccolo gruppo di leali compagni di merende.
Sia X che OpenAI si spacciano non solo come fornitori di software, ma anche come fari di ideologia, esempi di etica, costruttori di strumenti, democratici e universali, per il bene di tutti.
Dichiarano che ciò che fanno sono passi verso un grande futuro e la trasformazione della società. Mentono, forse nemmeno sapendo di mentire.
Musk ha affermato di avere acquistato Twitter, l’anno scorso, per 44 miliardi di dollari, per combattere il “woke mind virus”. Nessuno sa esattamente cosa sia. Qualcuno lo interpreta come il virus del politicamente corretto, delle idee liberali, che, secondo lui, “distruggerà la civiltà”.
Musk ha affermato di avere acquistato Twitter per salvaguardarla come “piazza digitale” per la libertà di parola.
“Siamo un’azienda che crede nella trasparenza“, ha affermato in una riunione interna il mese scorso, “realizzando un’unica applicazione che racchiude tutto“.
Nella sua crociata, ha licenziato migliaia di dipendenti, gambizzato i concorrenti, finanziato influencer di estrema destra, approvato teorie antisemite, facendo fuggire non solo gli utenti, ma anche alcuni dei più grandi inserzionisti. Apple, Disney, IBM, Sony e altre aziende hanno sospeso i loro pagamenti dopo che Musk ha promosso l’idea che gli ebrei nutrono un “odio dialettico contro i bianchi”.
A parte i grandi proclami, Musk ricerca e alimenta il culto della personalità, ovviamente la sua, ha come interesse primario vendere un prodotto e come unico obiettivo fare soldi. Tanti.
Altman segue i suoi passi. Licenziato dal consiglio di amministrazione venerdì 17 novembre e reintegrato quattro giorni dopo, ha più potere di quando se n’è andato, compreso un consiglio di amministrazione rimaneggiato da cui sono stati esclusi i direttori che si opponevano a lui.
OpenAI, dalla sua fondazione nel 2015, ha operato come una sorta di organizzazione no-profit collettivista, una struttura non convenzionale che secondo Altman era necessaria per il suo “sforzo a scala dell’umanità che persegue un ampio beneficio per il genere umano“.
A maggio ha dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che è “essenziale che una tecnologia potente come l’intelligenza artificiale sia sviluppata tenendo presente i valori democratici”.
Il 22 novembre, in un post, guarda caso su X, Altman ha dichiarato: “Adoro OpenAI e tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato per mantenere unita questa squadra e la sua missione“. Commovente, ma quanto chiacchiera questo Altman…
Open AI ha dichiarato che i direttori che hanno appoggiato il licenziamento di Altman– comprese le uniche due donne del consiglio, Helen Toner e Tasha McCauley, sostenitrici di un dogma della Silicon Valley noto come “altruismo efficace” – sono stati sostituiti da due membri dell’élite della tecnologia e della finanza statunitense.
Bret Taylor, dirigente veterano di Google e Facebook che in qualità di presidente di Twitter ha spinto il consiglio ad accettare l’acquisizione di Musk, verrà nominato presidente del CdA. Trattasi di vero credente. In un post su LinkedIn dello scorso anno, Taylor ha sostenuto “l’entusiasmo e l’inevitabilità” dell’intelligenza artificiale moderna, affermando che “cambierà il corso di ogni settore”.
Altro nuovo membro del consiglio è l’economista Larry Summers, ex-segretario al Tesoro ed ex- presidente dell’Università di Harvard, noto per avere suggerito che le donne studiassero matematica e scienze di alto livello meno spesso degli uomini a causa delle differenze innate tra i sessi. (Summers ha poi detto che i suoi commenti erano stati male interpretati …).
Summers è noto per essere grande sostenitore dell’intelligenza artificiale, affermando in interviste televisive nell’ultimo anno che ChatGPT “sostituirebbe ciò che fanno i medici” e che l’intelligenza artificiale “potrebbe essere la tecnologia generale più importante dopo la ruota o il fuoco”. Notevoli previsioni, anche se alcuni critici a Washington hanno ricordato che non ci ha preso proprio in merito all’andamento dell’inflazione…
La composizione finale del consiglio di amministrazione di Open AI, i cui nove membri saranno tutti d’accordo con Altman, rimane per ora sconosciuta. Alla faccia della trasparenza.
Musk e Altman dicono che hanno la missione di proteggere l’umanità. Non dicono delle annesse attività a scopo di lucro. Non dicono che, in quanto società private, non devono riferire a nessuno, siano politici, regolatori o azionisti. Nessuno può votare contro le loro proposte o criticare il loro lavoro. Altman e Musk non sono gli unici ad alimentare la leggenda che le loro attività sono motivate dalla missione e non dal loro spropositato ego e dai profitti.
Vedi Kyle Vogt, ex-capo della compagnia di veicoli autonomi Cruise. In una sua recente dichiarazione ha affermato che i suoi veicoli senza conducente porteranno a strade più sicure e ha liquidato qualsiasi critica, definendola “sensazionalistica”, nonostante diversi “problemi” nelle strade di San Francisco.
Ex-dipendenti e funzionari pubblici hanno avvertito che le auto senza conducente non erano pronte per un dispiegamento diffuso, ma Vogt ha giustificato il lancio aggressivo affermando che l’azienda da lui diretta, di proprietà della General Motors, era moralmente superiore a un’azienda orientata al profitto.
“Abbiamo un senso di urgenza, non perché stiamo inseguendo alcuni obiettivi di profitto” ha detto a settembre, “ma è perché ogni giorno ci viene costantemente ricordato il caos sulle nostre strade. Riteniamo che ora finalmente esiste una soluzione tecnologica che possa effettivamente fare qualcosa al riguardo”.
Vogt si è dimesso il 17 novembre, meno di un mese dopo che lo Stato della California ha revocato alla Cruise la licenza di operare. L’intera flotta nazionale è stata richiamata a seguito di un incidente in cui una delle auto ha trascinato per una decina di metri un pedone investito.
Lo storytelling aziendale, la narrazione che promuove la tecnologia come forza che porta all’armonia sociale è uno dei grandi strumenti di marketing della Silicon Valley. Vedi Google e il suo motto. “Non essere cattivo”.
Si è voluto proporre un capitalismo più gentile, trasparente e aperto capace di cambiare il mondo in meglio, tralasciando i pericoli che derivano dalla centralizzazione del potere e dall’assoggettamento ai capricci personali dei boss di turno. Per l’appunto, è solo una storia non la realtà…
L’incapacità della politica di approvare ampie normative sull’intelligenza artificiale ha solo contribuito ad aumentare i rischi. Esiste la preoccupazione che poche persone, non importa quanto di talento, non importa quanto informate, possano stabilire le regole per una società su base globale.
Persone che vengono invitate a partecipare a consessi internazionali di prestigio, che vengono accolte con tutti gli onori nei palazzi del potere, come se avessero chissà quale verità da condividere, ma non sono politici. Anche se cercano di spacciarsi come tali. Non sanno nemmeno cosa sia la politica. Non possono essere loro a indirizzare o condurre il dibattito sul quadro normativo e sulle tutele.
Ultima nota. C’è chi traccia analogie fra Oppenheimer e Altman. Nulla di più sbagliato.
Oppenheimer era un grande scienziato, Altman è un piccolo uomo.