L’abbiamo letto tutti. La signora Caterina Giovinazzo, 88 anni, riceve una bolletta da oltre 15 mila euro per un presunto incredibile consumo di acqua. L’anziana donna – colta da malore – viene ricoverata all’Ospedale Borea di Sanremo e dopo pochi giorni muore.
L’addebito infondato è stato causato da un errore nel procedimento di fatturazione innescato da una lettura sbagliata del contatore. Secondo quel che si legge su Il Secolo XIX “La fattura era stata calcolata sulla base di una foto-lettura non corretta. Era stata acquisita da IRETI (la società del Gruppo Iren che gestisce in modo integrato e capillare sul territorio nazionale la distribuzione di energia elettrica, gas e acqua – ndr) tramite la società addetta alle rilevazioni delle misure e si riferiva ad un contatore di terzi. Il reale consumo di Caterina Giovinazzo ammontava a soli 55 euro”.
Il drammatico epilogo della vicenda induce ad ipotizzare un nesso causale tra la fattura dall’importo stellare e il decesso della poveretta.
Il malessere della signora ha una radice evidente che risiede nei dati erronei che hanno portato a conseguenze sconcertanti.
E’ bene sapere che il trattamento dei dati rientra nelle attività pericolose – per loro natura o per natura dei mezzi impiegati – di cui parla l’articolo 2050 del codice civile. Tale norma parla di risarcimento in caso di danno provocato da attività per le quali non sono state adottate “tutte” le misure di sicurezza (nella fattispecie, tra l’altro, accertare con ogni procedura e strumento la regolarità dell’acquisizione dei dati di consumo).
Fino a qualche anno fa c’era l’articolo 15 del decreto legislativo 196 del 2003 (il cosiddetto Codice della Privacy) che stabiliva che “chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell’articolo 2050 del codice civile”.
Il temibile articolo 15 è stato abrogato con l’arrivo del Regolamento Europeo in tema di riservatezza dei dati personali, il cosiddetto GDPR, ma proprio questa norma comunitaria riconosce il diritto al risarcimento del danno (patrimoniale e non) da illecito trattamento dei dati personali prevedendolo espressamente con il suo articolo 82. Come la canzone di Annalisa in cui “ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me”, IREN dice che è stata IRETI che si è avvalsa di una società addetta allo specifico compito delle letture…
In ogni caso famigliari ed eredi della buonanima di Caterina possono mettere a dura prova manager e legali del gruppo energetico. Le pretese di indennizzo non saranno di importo trascurabile: causeranno ulteriori ricoveri ospedalieri?