Se Palos de la Frontera ce lo ricordiamo tutti perché da lì salpò Cristoforo Colombo alla volta delle Americhe, le nuove generazioni rammenteranno Spartanburg.
Niente di geografico. La scoperta, collegata a quella località della Carolina del Sud, è che gli operai non servono proprio più. E’ infatti da Spartanburg che prendono il largo le caravelle della disoccupazione.
L’unico stabilimento BMW negli Stati Uniti, grazie ad un accordo commerciale con Figure, sta per far entrare in servizio il suo primo robot umanoide.
Ancora non è dato sapere se questa “assunzione su chiamata diretta” è isolata oppure esiste un piano strutturato per l’acquisizione massiva di lavoratori di questo genere.
Le mansioni dichiarate sono abbastanza approssimative e si parla di “scopi generali”. I diversi esemplari, che arriveranno man mano, rientrano tra i sistemi monouso e multiuso e potranno ampliare le loro competenze.
Secondo quel che si vocifera le probabili applicazioni iniziali includono attività di produzione standard come lo spostamento di scatole, il prelievo e il posizionamento e lo scarico e il carico di pallet. Si tratta fondamentalmente di operazioni ripetitive per le quali i proprietari delle fabbriche affermano di avere difficoltà ad impiegare lavoratori “umani”.
La formazione si baserà su una ponderata miscela di approcci, tra cui l’apprendimento per rinforzo, la simulazione e la teleoperazione per aiutare il robot a uscire da potenziali “ingorghi”. Il modello “Figure 01” è previsto che “cresca” professionalmente imparando molto anche sul lavoro, perfezionando il suo approccio durante i test nel mondo reale, proprio come fanno gli addetti in carne ed ossa.
Apparecchiature meccaniche hanno da tempo sostituito il lavoro “umano” nelle catene di montaggio, evitando lavori pericolosi o destinati a richiedere sforzi fisici inaccettabili. Sono servite ad accelerare le dinamiche produttive e a migliorare l’esito di tante fasi del processo di lavorazione.
Nulla quaestio.
Erano comunque “macchine” e non avevano fattezze che evocassero la “sostituzione etnica” di quella che un tempo chiamavano la “classe operaia”, quella che in passato – almeno nel film di Elio Petri – andava in Paradiso.
Si dirà che le mansioni affidate agli umanoidi sono insostenibili per un dipendente “tradizionale”. Qualcuno aggiungerà che un ausilio meccanico al dipendente è soluzione meno economica, meno rapida, meno precisa…
Nessuno ci dirà qual è il destino della manodopera e si invocherà il refrain “sono cose che i nostri figli non hanno nessuna intenzione di fare”, dimenticando che su quei sacrifici l’Italia ha ricostruito un Paese a pezzi negli anni Cinquanta…
I robot non hanno (ancora) diritti da far valere, non scioperano, non si ammalano e -. in caso di guasto – si sostituiscono senza pagare TFR.
Agli entusiasti del progresso viene da chiedere “E gli operai?”
I pirati informatici non vanno in pensione, ma – a quanto pare – fanno di tutto perché anche i normali lavoratori non riescano ad andarci.
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