Alcune ricerche hanno dimostrato che bastano poche vincite per strutturare le convinzioni erronee che gli studiosi chiamano “distorsioni cognitive”. Tutti i giocatori d’azzardo patologici hanno attraversato un periodo di gioco occasionale, durante il quale si è verificata almeno una vincita, più o meno considerevole, che ha esercitato la funzione di rinforzo del comportamento, portando il giocatore a reiterarlo. IPOCRISIA: Si può giocare d’azzardo online autorizzato da regolare concessione statale a:
Lotto, Superenalotto, Slot e Roulette, Gratta e vinci, Bingo. (E’ sufficiente poi leggere una frase scritta in carattere piccolissimo: -Il gioco può causare dipendenza patologica – per comprendere il livello di doppiezza).
Cos’è la dipendenza da gioco? La dipendenza da gioco, o gioco d’azzardo patologico o ludopatia, è il desiderio incontrollabile, e dai contorni cronici, di giocare d’azzardo, a dispetto dei rischi che si celano dietro tale comportamento e nonostante la volontà iniziale di non arrendersi all’azzardo.
Oggi voglio affrontare un argomento tutt’altro che nuovo perché, negli ultimi anni, è affrontato da parecchi organi di stampa e da molti studiosi dei comportamenti psichici e sociali: la diffusione dell’azzardo di massa. Ritengo utile che anche i frequentatori di questo sito si soffermino un attimo a meditare su questo fenomeno che sta distruggendo milioni di famiglie nel mondo e che il Papa ha definito “culto idolatrico”. L’Italia in questo settore non scherza: l’incremento annuo del volume di denaro speso nel gioco d’azzardo è di circa l’8% e la cifra raggiunta in assoluto è ormai di circa 100 miliardi. A leggere i dati statistici della diffusione del fenomeno portato a livello di massa, c’è da rabbrividire. Per forza, il nostro Paese è invaso da prodotti “mangiasoldi” nelle sale gioco, tabaccherie, bar e circoli privati, in ogni forma: slot machines, gratta e vinci, lotto (addirittura c’è quello istantaneo), superenalotto, totocalcio e scommessa online di ogni tipo. Ormai si ha la sensazione che siamo diventati un popolo di giocatori: le statistiche indicano addirittura che il 55% degli italiani – più di 30 milioni – si concede ogni anno almeno una volta lo sfizio dell’azzardo legale. E sono due milioni e mezzo i giocatori che investono cifre consistenti di denaro nella speranza del colpo di fortuna per cambiare la loro vita. Mentre l’Italia è ancora in crisi, il comparto del gioco d’azzardo è in continua crescita, questa la conseguenza di aver abbassato notevolmente la sua soglia d’accesso rispetto agli anni passati. Ecco come:
Gioco d’azzardo ieri
Alta soglia di accesso
(es.casinò)
Rituali di gioco
Lentezza
Sospensione dell’esperienza di gioco
Complessità
Territorialità
Riscossione non immediata
Manualità, presenza fisica
Gioco d’azzardo oggi
Bassa soglia di accesso
(es. gioco d’azzardo online)
Consumo di gioco
Velocità
Continuità tra gioco e vita quotidiana
Semplicità
Globalizzazione
Riscossione immediata
Tecnologia, assenza d’integrazione
Tratto da M. Croce, F. Rascazzo, Gioco d’azzardo, giovani e famiglie, Firenze, 2013.
Purtroppo questa brutta diffusione in atto di cui è responsabile pure lo Stato, danneggia soprattutto la parte povera e meno acculturata della popolazione, tutti quelli che naturalmente aspirano a migliorare la loro vita e ingenuamente pensano di poterlo fare con la vincita al gioco. I ricchi, se giocano, vanno al casinò. Spesso, quindi, le famiglie già in crisi economica per la mancanza di lavoro o per insufficienza retributiva, aggravano certamente la loro situazione economica e magari ci aggiungono una brutta patologia. La Prof.ssa Laura Bellodi, Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e responsabile del Centro disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo presso l’Ospedale San Raffaele Turro, lancia un messaggio di allarme per mettere in guardia la popolazione: «A livello clinico giungono spesso soltanto i casi estremi. Anche per questo è probabile che il fenomeno della patologia da gioco d’azzardo sia ampiamente sottostimato». Penso anch’io che forse varrebbe la pena di fare qualche campagna d’informazione in più per mettere in guardia la gente sul pericolo delle patologie legate all’uso dell’azzardo e lo dovrebbe fare lo Stato dopo aver superato la schizofrenia ipocrita di combattere la ludopatia aumentando i giochi. Infatti, il Governo fa un decreto per combattere le patologie legate al “gioco compulsivo” e, al tempo stesso introduce “nuove tipologie di giochi, impegnandosi ad avviare le procedure occorrenti al loro affidamento in concessione”. Anche su questo campo solo alcune particolari organizzazioni seguono il fenomeno che diventa sempre più preoccupante e intervengono fornendo la necessaria assistenza: “La proliferazione dell’offerta e la pubblicità concorrono alla diffusione di un comportamento rischioso, anche se la gran parte delle persone sottovaluta la possibilità che si trasformi in una dipendenza rovinosa. Con l’obiettivo di approfondire i termini della questione fornendo strumenti utili a riconoscere e comunicare ad altri l’ingannevolezza e le contraddizioni su cui si regge il sistema gioco d’azzardo, per esempio la Caritas di Roma promuove sussidi e incontri di formazione rivolti a quanti, per lavoro o volontariato, possono entrare in contatto con giovani o adulti che hanno un rapporto problematico con il gioco d’azzardo”.
Non finirò mai di ricordare con i mezzi che ho a disposizione che Il gioco d’azzardo è pericoloso quanto la droga. Quando diventa patologico, crea un disturbo del controllo degli impulsi, e comporta, oltre alle perdite economiche e anche disagi psicologici nelle relazioni personali, lavorative e familiari. Vi sembra poco?