In un post su X, Elon Musk ha annunciato che la sua azienda Neuralink ha per la prima volta impiantato con successo un chip wireless nel cervello di un essere umano. Sebbene il paziente sia ancora in recupero dopo l’operazione, le sue condizioni sono giudicate soddisfacenti e l’attività cerebrale promettente.
Il risultato di Neuralink si inserisce nella scia di risultati analoghi ottenuti da altre aziende in passato, e che hanno come obiettivo ultimo quello di comandare attraverso gli impulsi cerebrali una serie di attuatori e dispositivi fisici. Il buon esito di questo tipo di studi potrebbe essere un punto di svolta per i pazienti che abbiano perso il controllo dei propri arti a seguito di una patologia o di un trauma. Su tutti, come anche ricordato dallo stesso Musk, svetta l’esempio del defunto scienziato britannico Stephen Hawking, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, che con uno strumento di questo tipo avrebbe potuto condurre una vita molto più autosufficiente.
L’obiettivo raggiunto oggi arriva alla fine di un lungo periodo di sviluppo, non scevro da polemiche circa i metodi usati. Prima di ricevere dall’FDA l’autorizzazione per i testi su umani nel maggio 2023, Neuralink ha condotto lunghi test sugli animali. Secondo alcune fonti, tali test avrebbero causato la morte di circa 1.500 animali, e sul punto esiste un’inchiesta in corso.
Ad ogni modo, il risultato di Neuralink, che costituisce un punto di svolta per qualunque azienda di questo tipo, consente a quest’ultima di iscriversi alla ristretta lista di compagnie ed istituti di ricerca che abbiano con successo implementato un chip simile.
In questo senso, la punta di diamante di questo filone di ricerca è costituita dalla École Polytechnique Fédérale di Losanna, in Svizzera. Come riferito in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature nel maggio 2023, l’istituto ha installato impianti elettronici nel cervello e nella colonna vertebrale di un uomo paralitico. Tali impianti comunicano wireless i comandi alle gambe e ai piedi, consentendo al paziente di camminare solo pensandoci.
Nonostante l’impatto planetario che la grande notorietà di Elon Musk conferisce automaticamente a qualunque sua presa di posizione o annuncio, i risultati degli studi di Neuralink vanno comunque valutati con la necessaria cautela. Sebbene l’obiettivo di ridare alle persone paraplegiche e tetraplegiche la possibilità di interagire con il mondo sia entusiasmante, questo tipo di studi sono infatti di grande complessità e delicatezza. Allo stato, si conosce solo la buona riuscita dell’intervento e la presenza di segnali incoraggianti, ma nulla si sa circa le eventuali capacità acquisite dal paziente.
Le prospettive a lungo termine di questo tipo di ricerche sono tuttavia potenzialmente infinite. La restituzione delle funzionalità motorie a pazienti con inabilità parziale o totale è solo il primo passo di un processo che ha come possibili obiettivi l’accesso a internet – e dunque all’intero catalogo della conoscenza umana – con la sola forza del pensiero.
Una volta realizzato, ciò renderebbe probabilmente inutile il nostro intero sistema educativo e scolastico basato sulla acquisizione e ritenzione di informazioni; spingendolo invece sempre di più verso la capacità di interazione con altri individui tecnologicamente aumentati, e di presa di decisioni.
E se oltre all’accesso ad ogni tipo di conoscenza un chip neurale potrà dare accesso al settore in esplosione dell’Internet of Things, le possibilità sono virtualmente infinite.
Un futuro dalle prospettive fosche per alcuni, entusiasmanti per altri, ma che,
come qualunque rivoluzione scientifica del passato, si realizzerà, che lo vogliamo oppure no.