Il sindaco della Capitale sapeva perfettamente che la temperatura odierna non sarebbe stata proibitiva e che i suoi concittadini si sarebbero scapicollati sul balcone ad arrostire salsicce e costolette.
Il duello tra il buco nell’ozono e il buco nello stomaco dei più affamati ha visto stravincere la compagine degli ecologisti a dieta e i paladini dell’indomito contrasto armato ai trigliceridi.
L’ordinanza di Gualtieri, firmata il venerdì pomeriggio e buttata sul tavolo all’ultimo istante come la “scala reale” di un giocatore di poker che ama i colpi di scena, non ha folgorato soltanto gli automobilisti ormai abituati ad essere periodicamente appiedati. Il mancato preavviso è calato come una scure anche su chi non aveva alcuna intenzione di uscire di casa, accontentandosi di un economico weekend gastronomico nei piccoli spazi aperti a disposizione. Il provvedimento – il numero 17 del 2024 – ha infatti vietato per sabato (oggi), domenica e lunedì anche l’accensione dei barbecue che notoriamente sono fonte del disastro planetario.
Già la buonanima di Piero Angela e tanti divulgatori scientifici avevano tentato di dissuadere la collettività dall’organizzare spuntini con cottura lì per lì utilizzando bracieri più o meno professionali. Il surriscaldamento della Terra è speculare a quello delle miriadi di “gratelle” utilizzate dagli appassionati delle mangiate di carne o pesce all’aperto.
Il fumo sprigionato dai grassi colati su quanto arde sul fondo dello strumento per cucinare crea uno smog incredibile, riducendo la visibilità locale e impedendo ai convenuti di fraternizzare per l’impossibilità di riconoscere chi dinanzi a loro conversa senza sapere con chi parla.
Non va nemmeno dimenticato che l’odore dei wurstel e dei saraghi bruciacchiati impregna i tessuti degli indumenti che – portati poi in lavanderia per porre rimedio – innesca la catena inquinante delle sostanze detergenti…
L’elenco dei rischi scongiurati grazie alla provvidenziale ordinanza potrebbe continuare, ma la sensibilità di chi legge verrebbe iniquamente mortificata.
Tralasciando le problematiche ambientali, la correttezza dell’informazione impone di segnalare un crollo delle vendite di prodotti da pescheria e macelleria e di insaccati da fare alla griglia. A quel che rimane sui banconi, si aggiunge tutta la “materia prima” che era stata acquistata antecedentemente il severo veto del Campidoglio.
Mentre il Primo Cittadino viene portato in trionfo sugli scudi da un drappello di gladiatori vegani, il “cives romanus” sospira un becero “e mo’ che ce faccio co’ sta robba?!?” e organizza piccole abbuffate entro le mura domestiche evocando in maniera irriverente i defunti del Sindaco levando al cielo il fatidico “mortacci sua”….