“Care nonne e cari nonni, sono davvero contento di incontrarvi insieme ai nipotini qui al Quirinale, e vi incontro da collega, sono uno di voi. Sono lieto di celebrare qui questa festa con l’allegria che ha composto sempre il rapporto tra nonni e nipoti. Tutti sappiamo bene, abbiamo verificato, sperimentato nella nostra vita, quanto sia importante la figura dei nonni per i nipoti, e noi lo ricordiamo non tanto per il ruolo che svolgiamo adesso come nonni, ma per quello che abbiamo ricevuto dai nostri nonni quando eravamo bambini. Questo ruolo di presentare ai bambini saggezza, la memoria dei tempi, il senso della vita che affiancano l’insegnamento dei genitori, danno la misura di quanto sia importante, di quanto sia stato importante in ogni momento della storia e in ogni società la figura dei nonni. I nonni sono non soltanto una figura di riferimento affettivo, ma sono anche, sempre di più, figure che affrontano e sorreggono compiti nuovi nella società di oggi, anche perché i nonni di oggi sono sempre più giovanili, grazie ai progressi della medicina, dell’alimentazione, delle condizioni di vita. Svolgono compiti operativi molto importanti: accompagnano i nipoti a scuola, li accolgono e li accudiscono quando i genitori lavorano, li aiutano a fare i compiti, una quantità di funzioni che svolgono nell’ambito familiare. …”
Mi sembra ovvio che i nonni contribuiscano notevolmente a quella sorta di welfare familiare che ora, in tempo di crisi, si sta rivelando una grandissima risorsa per la società. Certo, le prospettive per le famiglie non sono buone, poiché la ripresa non è vicina. Le condizioni economiche peggiorano e, dalla fine del 2012 a oggi, salgono a quasi cinque milioni le famiglie che non arrivano alla fine del mese. Il tenore di vita, poi, è peggiorato per più di 17 milioni di famiglie a causa dei notevoli aumenti di tutti i prezzi dei prodotti, soprattutto di quelli alimentari. Dunque, sono sempre più numerose le famiglie italiane che non riescono a far fronte alle spese con il proprio reddito (a inizio ottobre 2013 sono quasi il 19%, 4,7 milioni, contro l’11,3% di marzo 2012). Una famiglia su quattro, poi, ha difficoltà a pagare tasse e tributi e oltre il 72%, pari a 18 milioni, ha problemi ad affrontare spese impreviste come quelle mediche o per le riparazioni in casa. Inoltre, quasi la metà delle famiglie italiane prevede di tagliare i consumi per affrontare la crisi. Se questo è lo scenario in cui si muove la famiglia, il lavoro “senza prezzo” dei nonni diventa indispensabile per il suo sostentamento. Gli over 54, secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano, impegnati nell’aiuto gratuito e ininterrotto alle famiglie dei propri figli sono circa 6,9 milioni. Un impegno che vale oltre 18 miliardi di euro l’anno, ben l’1,2% del Pil nazionale. Solo per la cura dei nipoti (sono 8 milioni i bambini con meno di 14 anni), la risorsa nonni può valere per l’economia del paese tra i 7,3 e i 13,8 miliardi di euro l’anno. Il risparmio annuale calcolato complessivamente per le famiglie italiane ammonta a circa 50 miliardi: tanto sarebbe necessario per stipendiare altrettante colf e baby sitter. Per finire con i numeri, aggiungo che l’aiuto gratuito dei nonni sostiene moltissimo l’occupazione femminile. Si stima che siano 800 mila le donne che possono lavorare avendo la sicurezza di aver affidato i loro figli ai nonni. A tutti i dati economici sopra elencati, non vorrei dimenticare di porre l’accento sul ruolo educativo e di trasmissione dei sani principi formativi che i nonni svolgono per i propri nipoti. Credo che non si possa affrontare un discorso completo sui nonni senza legarlo al ruolo della famiglia che oggi più che mai occupa un posto centrale all’interno della nostra società moderna. Essa è, infatti, la “cellula vitale” della collettività e come tale dovrebbe essere tutelata dalle Istituzioni. Purtroppo ciò non avviene. E’ necessario sviluppare una cultura e una politica della famiglia e che finalmente anche da noi ci si comporti a sua protezione alla stessa stregua di altri paesi europei come la Svezia, la Danimarca, la Francia. Noi siamo talmente lontani da tali livelli che addirittura recentemente si è mosso il Cardinale Angelo Bagnasco quando era presidente della CEI, per denunciare addirittura una vera e propria aggressione strategica alla famiglia che, quale “grembo della vita e prima e fondamentale palestra di umanità e di fede”, se si rende più debole, s’indebolisce l’intera società e così si riesce meglio a dominarla sul piano politico, economico e ideologico. Effettivamente non si spiega il perché in tanti anni di governi democratici del paese la famiglia sia stata così trascurata dalla politica, pure in periodi di vacche grasse a gestione democristiana. Anche oggi, nonostante la legge 328/2000 – che finalmente pone all’attenzione sia il benessere delle famiglie e dei suoi componenti sia la responsabilità derivante dall’assunzione d’impegni familiari – la nostra situazione è ben lontana dalla considerazione che dovrebbe essere assicurata alla famiglia da parte delle Istituzioni. A mio avviso, ci stiamo avviando a un ben triste destino con le scelte attuate dagli ultimi governi, a livello centrale e periferico, sulle privatizzazioni dei servizi sociali, della sanità e della scuola, con l’avvilimento delle politiche di pari opportunità, con l’ennesima presa di posizione a favore della precarizzazione del lavoro, con l’assenza di politiche per la casa.
Nonostante tutto ciò le reti familiari reggono a fatica l’impatto e le donne sono il perno centrale di queste reti di relazione tra generazioni. La generazione delle nonne giovani è spesso impegnata tra nipoti affidati, aiuti economici ai figli non autosufficienti e alle famiglie dei figli sposati, aiuto e cura ai propri genitori ormai anziani e spesso non più indipendenti, cura del coniuge. Quanto potranno reggere e quanta povertà “dignitosamente affrontata” potranno ancora sostenere? Per chiudere voglio dare un messaggio di speranza, anche se la politica ha dimostrato e sta dimostrando chiaramente poca sensibilità ai problemi della famiglia che per noi cristiani significa fedeltà, pazienza, apertura alla vita, rispetto degli anziani.
Voglio chiudere ancora con le parole sugli anziani (quindi anche nonni) del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 81 anni, in occasione della Giornata internazionale delle persone anziane.
“Se oggi viviamo in un Paese democratico, economicamente progredito, dotato di una Carta costituzionale che tutela i diritti inviolabili dell’uomo lo dobbiamo agli anziani, portatori di un patrimonio di valori che abbiamo il dovere di consegnare integro alle generazioni future”.