Quella dell’RMS Titanic è una delle storie più iconiche e tragiche della storia navale. La sua collisione con un iceberg nel cuore dell’Atlantico il 14 aprile 1912 ha scosso il mondo intero, lasciando dietro di sé centinaia di vittime e un profondo segno sull’immaginario collettivo. Rimangono infatti nella memoria e nel linguaggio comune esempi come la morte impavida di Martin Rothschild o la proverbiale orchestra di bordo, che suonò fino all’ultimo sul ponte della nave che affondava.
Ma tra le ombre di quella notte fatale, emergono anche storie di coraggio e sacrificio, e una delle figure meno celebrate ma cruciali di quella tragedia è quella di Jack Phillips, l’operatore radio di bordo. Quest’ultimo nacque il 11 aprile 1887 a Farncombe, una piccola città nel Surrey, nel Regno Unito. Cresciuto in una famiglia modesta, Phillips mostrò fin da giovanissimo un interesse per la tecnologia e la comunicazione. Questo lo portò a intraprendere la carriera di telegrafista, una professione in cui avrebbe presto dimostrato eccezionale abilità e dedizione.
Dopo aver completato la sua formazione, Phillips trovò impiego presso la White Star Line, una delle principali compagnie di navigazione dell’epoca. Quest’ultima era rinomata per i suoi servizi di lusso e per le tecnologie all’avanguardia impiegate sulle sue navi, tra cui il telegrafo senza fili Marconi, una delle innovazioni più avanzate del tempo nell’ambito delle comunicazioni navali.
Grazie alle sue competenze e alla sua esperienza, Phillips si fece rapidamente notare come uno dei migliori operatori radio della White Star. La sua abilità nell’operare il telegrafo Marconi gli valse la reputazione di essere uno dei migliori professionisti del settore. Questo gli offrì l’opportunità di essere assegnato alla RMS Titanic, la nuova ammiraglia della compagnia, come uno dei due operatori radio a bordo.
Il Titanic era stato progettato per essere la nave più grande e lussuosa del suo tempo, un simbolo di progresso e modernità. Dotata di tecnologie all’avanguardia, era destinata a diventare una delle navi passeggeri più famose della storia. Il suo viaggio inaugurale era atteso dalla stampa e dal pubblico internazionale come un evento di enorme rilevanza, destinato – grazie alla velocità della nave – a ridurre i tempi di percorrenza delle rotte atlantiche. E Jack Phillips, con la sua esperienza e la sua abilità nel manipolare il telegrafo, era una parte essenziale dell’equipaggio che avrebbe reso possibile questo viaggio epico attraverso l’Atlantico.
La sera del 14 aprile 1912, il Titanic, al comando del capitano Edward Smith, navigava attraverso un’area dell’Atlantico conosciuta per la presenza di iceberg. Alla ricerca del record di velocità, e nonostante le segnalazioni di iceberg in arrivo, l’andatura della nave non fu ridotta e non furono prese precauzioni aggiuntive per evitare una possibile collisione.
Poco prima delle 23:40, il Titanic colpì un iceberg sulla sua fiancata destra, riportando gravi danni strutturali. Lo squarcio interessò diversi compartimenti stagni, vanificando gli accorgimenti ingegneristici che avevano nelle intenzioni fruttato alla nave la fama di inaffondabile. Tra i primi a rendersi conto della gravità della situazione furono gli operatori radio, e Phillips si mise al lavoro per inviare segnali di soccorso.
Nonostante l’acqua iniziasse ad infiltrarsi nella cabina radio, il giovane operatore continuò a mandare segnali di SOS, sperando di attirare l’attenzione delle navi nelle vicinanze. Le sue richieste di aiuto furono ricevute da varie navi, compresa la RMS Carpathia, che si trovava a circa 58 miglia di distanza.
Mentre la nave affondava sempre più rapidamente, l’equipaggio si affrettava a mettere in salvo i passeggeri. Tuttavia, Phillips rimase al suo posto nella cabina radio, determinato a continuare a inviare segnali di soccorso fino all’ultimo momento.
Nonostante il pericolo imminente e l’acqua che ormai lo circondava, il coraggioso marconista non si fermò. Fu solo quando la cabina radio fu sommersa dall’acqua che interruppe la sua trasmissione. Si dice che le sue ultime parole siano state rivolte alla nave vicina, la Carpathia: “Stiamo andando, buona fortuna a voi“.
Il sacrificio e il coraggio dimostrati da Jack Phillips durante quella notte fatale furono essenziali nel garantire il salvataggio di centinaia di vite. Nonostante il suo eroico gesto, egli non sopravvisse alla tragedia. Il suo corpo non fu mai recuperato e fu presumibilmente uno dei tanti che affondarono con la nave.
Nel 1997, il regista James Cameron portò sul grande schermo la storia del Titanic con il suo epico film omonimo. Il co-protagonista del film è il personaggio di Jack Dawson, interpretato da Leonardo DiCaprio. Sebbene esso non sia basato sulla figura storica di Jack Phillips, non si può fare a meno di notare che gli sia stato dato lo stesso nome del coraggioso marconista, un omaggio a quanti in circostanze estreme sacrificarono la propria vita per gli altri.