La sua importanza nella società americana non fu inferiore a quella di Martin Luther King. Il suo impegno ed il suo operato nel sociale, per tutta la sua esistenza, furono notevoli. La sua abnegazione alla causa antirazzista fu totale e competente. Eppure quasi nessuno la conosce, soprattutto alle nostre latitudini. Parliamo di Thea Bowman, per l’esattezza di Suor Mary Bertha Bowman (1937-1990), afroamericana nata da famiglia protestante, con padre medico, mamma insegnante e nonni vissuti anni prima da schiavi, che all’età di 8 anni decise di diventare cattolica. A 15 anni divenne novizia, avendo scelto di diventare suora, ma perfino in convento, nell’America degli anni 1950 e come unica religiosa di colore, subì alcune discriminazioni. Iniziò quindi la sua attività come insegnante senza mai tralasciare di parlare, audacemente per l’epoca, delle negatività della questione razziale e dell’importanza della carità. Divenne poi attivista antirazzista per i diritti degli afroamericani, cattolici e non, paladina convinta dell’amore e del rispetto tra i popoli, portatrice della parola di Dio tramite la sua passione per gli spirituals, ma soprattutto convinta assertrice della sua teoria della “insalata culturale”: noi non siamo dentro ad un melting pot (ossia dentro ad un calderone culturale indistinto), bensì siamo come un’insalata; ci mescoliamo con tutti, pur mantenendo ognuno le proprie caratteristiche e restando comunque individuali; quindi senza danneggiarci l’un l’altro, possiamo convivere pacificamente. Non a caso fu la prima donna afroamericana ad intervenire, con un discorso, alla Conferenza episcopale americana; come membro del consiglio accademico dell’Institute for Black Catholic Studies di New Orleans e come co-fondatrice della National Black Sisters Conference per la presenza di afroamericani nel governo della Chiesa Cattolica, per tutta la sua vita Sister Thea lottò per i diritti degli afroamericani, schierandosi contro secolari ingiustizie ed aprendo la strada a future leader donne. Determinata e combattiva, la Bowman propagò le sue idee viaggiando per tutti gli Stati Uniti, trascinando le folle con il suo fervore e con i suoi discorsi pubblici per abbattere barriere culturali e razziali, per spronare le varie etnie all’interazione, alla comprensione, all’empatia tra razze e culture differenti. Purtroppo il male del secolo la colpì non ancora cinquantenne, e la Bowman morì appena 53enne. Così, la prima donna in America a protestare pubblicamente, nelle piazze statunitensi, contro il razzismo al grido di Black Lives Matters, poco prima di morire di cancro effettuò un sentito e storico intervento davanti alla Conferenza americana dei vescovi, come prima afroamericana a partecipare all’evento. Era il 1989. Molti paragonarono il discorso di Suor Mary Thea al famoso I have a dream di Martin Luther King. Purtroppo ancora oggi, con gli atavici problemi umani (anzi, direi disumani) non ancora superati, sarebbe necessario riascoltare la sua voce di donna gridare alle folle che … lo sappiamo che se stiamo insieme, fratelli, se camminiamo e parliamo e lavoriamo e giochiamo e resistiamo insieme … alla fine vinceremo …We shall overcome … Vinceremo la povertà, vinceremo la solitudine, vinceremo l’alienazione…; sarebbe necessario che ci scuotesse ancora per ribadirci che … se c’è una cosa che la gente nera può insegnarvi è questa: non lasciate che qualcuno vi divida; lo sapete come funziona, mettiamo i laici di qua e i preti di là, i vescovi in una stanza e il clero nell’altra, le donne di qua e gli uomini di là. E questo perché la strada fin qui percorsa per i diritti civili è, in troppi Paesi, ancora troppo poca rispetto a quella ancora da percorrere. E questo perché di persone così ne esistono troppo poche, ed ultimamente nessuna. Thea, che sofferente per la malattia si preoccupa degli altri; Thea, che col cuore confessa “…porto tutta la mia storia, le mie tradizioni, la mia esperienza, la mia cultura, le mie danze e canzoni afroamericane, le mie movenze, i miei gesti, il mio insegnamento, la mia predicazione, la mia responsabilità come dono alla Chiesa ed aggiungere al mondo intero; Thea, la spirituale evangelica che fino all’ultimo ha creduto in un mondo che ancora non è arrivato, se oggi fosse stata ancora viva avrebbe avuto il suo bel da fare. E forse anche qualche guardo attonito. Nel 2018, negli USA, è stata promossa una causa per beatificarla. Sarebbe il caso che, dopo tanti anni, ne venga promossa un’altra per darle finalmente retta.
Decisamente lo siamo, per inventiva, genio o predisposizione: santi, navigatori, poeti e scienziati.
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