Per onestà intellettuale, e per giustizia sociale, è importante ricordare il valore del ruolo femminile nella nostra Storia, non allo scopo (errato) di affermare un primato su un altro, ma solo per configurare quella che avrebbe dovuto essere una situazione di normalità mentre, al contrario, la ribalta ha sempre accolto soprattutto protagonisti maschili.
Eppure Trotula De Ruggiero (1030– 1097 circa), vissuta a Salerno, fu la prima donna medico d’Europa, precisamente la prima ginecologa, creatrice della disciplina: colta e preparata, sottaciuta e sconosciuta ai posteri, fu un talento all’avanguardia mai menzionato in una Storia al maschile perché donna, con l’ulteriore aggravio di essere stata, come altre figure femminili, del tutto dimenticata, al punto di negarne l’esistenza o di affermare che fosse uomo e non donna.
Sulla vita della dott.ssa Trotula, di certo un nome diminutivo, si conosce poco. Sicuramente esistita, in pieno anno Mille ella fu una rivoluzionaria, una pioniera dell’igiene e della prevenzione sanitaria, precorritrice delle scienze ginecologiche, famosissima nella sua epoca e nei primi secoli successivi (perfino Geoffrey Chaucer la citò in uno dei suoi famosi Canterbury Tales), si dice che ai suoi funerali parteciparono centinaia di persone, con un corteo lungo 3 km.
La dottoressa Trotula De Ruggiero, amabile con le pazienti, probabile scrittrice di trattati di medicina e di cosmesi, esperta di fisiologia femminile in un’era in cui di “ruolo della donna” neanche si parlava, curava ed insegnava come unica specialist dell’epoca, la cui autorevolezza e sapienza erano ben note ed acclamate.
Anche se della sua vita poco si conosce, pare fosse di nobili origini (fatto che le permise di coltivare i suoi interessi), sposasse un medico ed avesse due figli, anch’essi medici. Un anonimo scrisse di lei come “… di una donna filosofa di nome Trotula, che visse a lungo e che fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici ignoranti traggono grande autorità e utili insegnamenti… tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano la loro natura”.
L’agiatezza della famiglia e il peculiare momento storico in cui versava Salerno, che nell’anno 1.000 era un crocevia cosmopolita di commerci e di culture eterogenee e possedeva già una Scuola Medica, favorirono la formazione della dott.ssa De Ruggiero sia con la teoria che con la pratica, facendole dissezionare cadaveri e feti. Inoltre questa scuola campana, svincolata dal controllo della Chiesa, e non a caso considerata la prima università in Europa, era aperta anche alle donne, che divenivano abili come i loro colleghi uomini.
In questo ambiente elitario nacque, visse ed esercitò la sua professione Madonna Trotula, che in verità sarebbe dovuta passare alla storia come la fondatrice della ginecologia europea. Invece no.
L’antesignana ginecologa, come nessuno prima di lei, curò donne che, all’epoca, dovevano affidarsi con vergogna ed imbarazzo a medici maschi. Il suo vero elemento rivoluzionario fu la nozione di prevenzione: il credo moderno ed innovativo di Trotula verteva su concetti allora ignoti come l’igiene ed il wellness, per cui ella prescriveva ai pazienti bagni, massaggi, pomate, impacchi e infusi vegetali, attività fisica ed alimentazione bilanciata.
La dott.ssa sfidò le millenarie teorie sull’infertilità, attribuendola, scandalosamente per i contemporanei, non solo alla donna ma anche all’uomo. Modernamente, senza moralismi e pudori, affrontò anche imbarazzanti questioni sulla sessualità maschile e femminile, o sulle gravidanze.
Gli scritti sulla cosmetica, probabilmente non vergati direttamente da Trotula ma da lei suggeriti, ribadivano la prevenzione e l’igiene come elementi basilari per la salute e per la bellezza. Fu una donna carismatica e, quindi, molto scomoda, da far passare al più presto nel dimenticatoio: già mille anni fa ella questionava di sterilità e d’impotenza maschile, di controllo delle nascite e di intimità femminile.
Riusciva ovviamente ad analizzare con minuzia la fisiologia femminile come fosse, per sua stessa ammissione, una missione; nella sua intelligenza era conscia di essere privilegiata e dunque ben decisa ad aiutare altre donne meno fortunate. Più di mille anni or sono la ginecologia non esisteva, i problemi femminili di settore ed i parti venivano gestiti da levatrici e mammane ignoranti e sbrigative.
Il grande merito di Trotula fu anche quello di aver conferito il giusto rilievo al corpo delle donne, degno di uno studio scientifico mirato, degno di dignità. La dottoressa campana, seppur con i mezzi allora a disposizione, aprì le nuove frontiere dell’ostetricia, dello studio delle malattie sessuali e di nuovi trattamenti medicamentosi. Nel 1200 gli studi e le cure di Trotula erano ancora famosi nell’intera Europa ed i suoi trattati furono usati nelle scuole di medicina fino al 1500.
Il suo Trotula Maior venne trascritto, durante i secoli, molte volte subendo varie modifiche ed infine, come spesso accaduto ad altri testi scritti da donne, fu erroneamente (o volontariamente) attribuito ad autori di sesso maschile, o ad un immaginario medico chiamato “Trottus”. Tant’è che alcuni studiosi dichiararono che una donna non avrebbe mai potuto stendere un’opera così notevole, cancellando tranquillamente la dott.ssa dalla Storia e dalla Medicina tutta.
Nel 1400 i domenicani tedeschi crearono la figura della strega-ostetrica che offriva consigli sulla contraccezione, uccideva bambini per offrirli a Satana e causava sterilità ed impotenza. La scienza di Trotula venne così proibita. Per fortuna gli storici italiani hanno successivamente recuperato le prove dell’esistenza di Trotula che, nella sua saggezza di donna intelligente, se la starà ancora ridendo da lassù.