L’autunno che ci aspetta si profila abbastanza caldo, forse rovente, non certo per i capricci del clima, almeno si spera, ma per i tanti temi politici sul tappeto che tra pochi giorni, dopo la breve pausa estiva del Governo, dovranno essere affrontati da una maggioranza che sembra meno coesa di quanto vorrebbe fare credere ai cittadini.
Il principale problema è quello dello ius scholae. Il tema è dibattuto all’interno della destra governativa su posizioni molto lontane. Mentre la sinistra appare compatta e pare pronta a presentare una proposta di legge, la compagine governativa è tutt’altro che su una stessa linea.
Ogni volta che si parla di migranti rispuntano i propositi xenofobi e sovranisti di troppi. Vannacci e Salvini portano la bandiera ma in Fratelli d’Italia le posizioni, seppur celate in modo maldestro, sono evidenti in molti. Facciamo un minimo di ordine.
Forza Italia, per bocca del suo Segretario e vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani, si è detta disposta a discutere dello ius scholae affermando: “Svegliamoci, il mondo è cambiato. Il Paese è maturo per lo ius scholae”. Lo ha eloquentemente detto in una intervista e nel dibattito a Rimini nel corso del meeting di Comunione e Liberazione.
Per togliere ogni possibile dubbio ha sottolineato: “Non impongo nulla ma non voglio imposizioni”. Espresse dal Ministro degli Affari Esteri, che dirige la Diplomazia, sono parole più che chiare, decise e ferme. Facendo certamente inorridire Vannacci, il vice Premier si fatto fotografare mentre aveva tra le braccia una bambina dello Zambia, recentemente adottata da una coppia italiana, anche grazie al suo interessamento.
Sicuramente le parole del Segretario Tajani hanno il supporto della famiglia Berlusconi, in particolare di Marina Berlusconi la quale in più di un’occasione si è dichiarata di essere non lontana dalle posizioni della sinistra per quanto attiene ai diritti umani. Monsignor Paglia, riferendosi allo ius scholae, ha dichiarato: “Io lo vorrei subito”. Teniamo in debito conto che la Chiesa Cattolica ha un certo peso in Italia.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, fortemente voluto da Salvini, sempre a Rimini, ha aperto cautamente alle posizioni di Tajani affermando: “Bisogna interrogarsi su come rendere i migranti cittadini”.
Inutile rimarcare la netta chiusura dell’altro vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini, che non tralascia di ribadire il suo no fermo e determinato allo ius scholae. Peraltro, non troppo velatamente, minaccia foschi presagi sulla stabilità di governo.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è in vacanza e, giustamente, preferisce non intervenire a botta calda ma attende di far sbollire gli ardori agostani. I portavoce del suo partito si sono blindati in un asettico “non è nel programma di Governo”. Non sono stati autorizzati ad esprimere pensieri.
Tre partiti, tre posizioni, di cui due totalmente contrapposte; non è male per la prospettiva autunnale.
Intanto è stato lanciato un bel polverone per nascondere i dissapori governativi: presunte indagini sul conto della onnipresente sorella della Premier, Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e del tesseramento di Fratelli d’Itala.
Si può dire, a meno che non lo si dimostri, che si tratta di un attacco preventivo con il duplice scopo di coprire le agitazioni interne all’Esecutivo e di screditare la Magistratura. Come dice un vecchio proverbio, non certo edificante, “chi mena per primo mena due volte”.
Altra problematica è quella relativa alla recente normativa sull’autonomia differenziata sotto attacco su due fronti. A tempo di record, nonostante il clima vacanziero, si sono raccolte le firme per proporre il referendum abrogativo.
Parallelamente cinque Consigli regionali, Toscana, Sardegna, Puglia, Campania ed Emilia Romagna, hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale. Una delle bandiere del programma, fortemente voluta da Salvini, potrebbe trovare degli ostacoli inaspettati e, forse, poco eludibili.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, conscio che dovrà predisporre una manovra di lacrime e sangue, in via preventiva, attacca l’Unione Europea definendola l’URSS. Qualcuno dovrebbe spiegargli che le ultime regole le ha accettate lui e l’Italia è il maggior beneficiario del PNRR.
Anche a sinistra, nel Movimento 5 Stelle, le acque sono agitare e tendono alla tempesta per le tensioni tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Qui la bega è tutta interna al partito-movimento ma non meno importante. Vi potrebbe essere una scissione in due partiti o due movimenti od un partito ed un movimento e non si può sapere come dove andranno a parare le due anime dei 5 Stelle.
Su tutte le beghe interne incombono i risultati elettorali nazionali alle prossime elezioni regionali ma, soprattutto, lo scontro epocale negli USA. Comunque andranno le cose sui due fronti molto potrebbe cambiare nel Paese.
Un autunno caldo o molto movimentato ci aspetta. Ci attendono severi salassi.