Il duello televisivo tra Donald Trump e Kamala Harris ci ha riguardato molto più da vicino di quanto si potesse immaginare.
Il merito di tanta attenzione al nostro Paese da parte di uno dei contendenti alla Casa Bianca non lo si deve certo alla indiscutibile caratura internazionale dei nostri rappresentanti istituzionali.
Il discorso del tycoon ha toccato l’apice quando il leader repubblicano ha sbattuto in faccia agli americani la più profonda paura che nessuno mai – fino a quel momento – aveva ritenuto di ammettere e denunciare pubblicamente.
Milioni di persone incollate dinanzi ai teleschermi hanno dovuto riconoscere il profondo timore che accomuna i cittadini degli Stati Uniti: gli immigrati che rubano i gatti per poi mangiarseli.
Mentre molti hanno ipotizzato che ci fosse soltanto un generico riferimento all’elettorato democratico, chi conosce l’antropologia e ha ben presente tradizioni e proverbi non ha esitato ad individuare dove il grande e lungimirante Trump voleva andare a parare.
Memore di una filastrocca italiana, ha preso spunto dal suo terzo verso: “Veneziani gran signori, Padovani gran dottori, Vicentini magna gati”.
L’emigrazione oltre oceano ha visto partire tanti veneti che nei loro bagagli avevano più ricordi che indumenti. Trump – trascurando con generosità i modelli imprenditoriali italiani che si sono rapidamente sviluppati grazie a mafiosi di prestigio – ha capito che la vera pericolosità sociale risiede in quella ridotta aliquota di individui provenienti da Vicenza e dintorni.
Apparentemente innocui e gran lavoratori, i vicentini – secondo il miliardario stupratore – non hanno certo messo da parte abitudini e consuetudini, prima tra tutte l’opportunità gastronomica imperniata sulla disponibilità a chilometri zero di esemplari felini che stanno meglio in padella che per strada.
L’antagonista Kamala Harris ha platealmente sorriso nel sentir pronunciare certe frasi, ma solo perché non conosce la bontà dei “mici in tegame” e soprattutto ha gravi lacune culturali che la portano a disconoscere secoli di storia.
Secondo una cospicua aneddotica che ci porta agli inizi del Settecento, Vicenza per sconfiggere una catastrofica invasione di topi in città fece ricorso a barconi carichi di gatti giunti via fiume da Venezia. Una volta ultimata la loro missione i poveri animali si trovarono al centro di un lauto banchetto di ringraziamento per i barcaioli che erano giunti in soccorso: non toccò loro un posto a tavola, ma nel piatto dei commensali…
Gli immigrati tirati in ballo da Trump sono i discendenti di gentaglia simile…
Lo staff di Trump ha suggerito però di verificare anche il tasso di rischio in capo agli americani di seconda e terza generazione i cui avi provenivano da Genova. Le “lepri dei coppi”, quelle che corrono sui tetti, le ha cantate persino Fabrizio De Andrè. Gli elettori statunitensi devono sapere che in mezzo a loro c’è chi non disdegna il gatto in agrodolce e sicuramente appoggia Kamala Harris…