Non di rado, anzi troppo spesso, stampa e presunti esperti, talvolta autoproclamatisi, parlano di intelligence in relazione a fatti che sono puro spionaggio, quando non becero gossip. Inutile sottolineare che lo spionaggio con finalità criminali fa parte delle indagini della Magistratura in quanto si tratta di reato.
L’etimo britannico intelligence ha origine dalla lingua latina, cioè da intus legĕre, la cui contrazione diviene intelligĕre. Il lemma evoca la ricerca di un qualcosa che non è fuori ma all’interno di ciò che si conosce: la notizia, l’informazione.
L’intelligence indica dunque l’insieme delle attività di ricerca e raccolta di dati, notizie, la loro elaborazione allo scopo di individuare i “segnali deboli”, ovvero i pericoli per la Sicurezza Nazionale, e decidere le azioni più idonee a prevenirli o fronteggiarli.
Nel mondo antico non è corretto parlare di intelligence ma di spionaggio; quest’ultimo aveva funzioni aggressive, volte ad acquisire -in modi legittimi e non – informazioni atte a vincere una guerra o raggiungere posizioni commerciali ed economiche vantaggiose. Non era un’attività strutturata ma a livello occasionale. Esso è considerato dalla vulgata popolare il secondo mestiere più antico del mondo.
Con il sorgere di potenti Stati, si fece sempre più forte la necessità di disporre di un apposito organo informativo segreto capace di svolgere spionaggio sul proprio territorio e sull’esercito nemico, propaganda all’estero e all’interno dei confini, controspionaggio, tutela del segreto, esplorazione, conoscenza dello stato d’animo della popolazione amica e nemica, disinformazione, sabotaggio, sovversione, attraverso tecniche e metodi sempre più raffinati e trasformando tale attività in una vera e propria rete.
Oltre all’esempio degli scritti dello stratega cinese Sun Tzu – che già nel VI secolo a.C. teorizzava l’impiego di spie – vale la pena ricordare che era sicuramente informativa la missione che, secondo la Bibbia, Mosè, nel XII secolo a.C. affidò a dodici “agenti” ante litteram, incaricandoli di esplorare la terra di Canaan.
Nell’Impero romano, in campo militare, l’attività informativa era affidata alla cavalleria, la quale aveva funzioni di esplorazione sui campi e schieramenti nemici. Addetti a compiti propri di un servizio segreto e di polizia vi furono prima gli speculatores e poi i frumentarii. Questi ultimi si occupavano della gestione delle derrate di frumento e della logistica degli approvvigionamenti delle Regioni ma poi ebbero altre funzioni.
Diocleziano li sostituì con gli agentes in rebus. Circa un millennio più tardi è interessante notare come la politica commerciale ed espansionistica della Repubblica di Venezia si sia basata molto sullo spionaggio, in particolare quello commerciale, e sul controspionaggio al fine di tutelare i propri segreti commerciali, industriali (ad esempio la lavorazione del vetro a Murano) e scientifici.
L’evoluzione politica e della potenza di Venezia andò, infatti, di pari passo con lo sviluppo dell’intelligence, che sin dall’inizio ebbe un connotato statuale; le “nove” (notizie) avevano un’importanza fondamentale per il commercio, le finanze, le assicurazioni, i rifornimenti e la tecnica.
Per tali ragioni, nel 1310 la Repubblica di Venezia istituì il “Consiglio dei Dieci”, organo di Governo con il compito di gestire gli affari segreti legati alla sicurezza dello Stato e i cui membri svolgevano attività di controspionaggio e polizia politica. Inoltre, il Governo di Venezia fece ampio ricorso alla rete diplomatica che, insieme alle notizie fornite dai commercianti della Serenissima, integrò capillarmente il quadro informativo su cui poteva contare la Repubblica.
Per la loro natura di collegamenti con l’estero, la Diplomazia e la Marina furono, sin dall’antichità, i primi mezzi per comprendere e spiare le strutture politiche, sociali, economiche e commerciali dei Paesi lontani.
Nell’attualità, i Servizi di informazione per la sicurezza, avvalendosi degli agenti, svolgono ricerca informativa, ovvero la ricerca di dati e notizie utili a prevenire, rilevare, contenere e contrastare le minacce alla sicurezza nazionale.