Gli Organismi informativi seguono il cosiddetto “ciclo di intelligence”, un ciclo operativo che prevede lo svolgimento – senza soluzione di continuità – di determinati passaggi procedurali, i quali presentano varianti a seconda degli Stati. Ogni ciclo di intelligence prevede degli step fondamentali; in particolare, a titolo non esaustivo:
- la definizione degli obiettivi da parte dell’Autorità di Governo;
- la ricerca e raccolta dei dati e delle notizie di interesse attraverso le diverse discipline di intelligence; tra le più note ed impiegate vi sono: Human Intelligence (HUMINT) per dati e notizie provenienti da persone fisiche; Signals Intelligence (SIGINT) per segnali ed emissioni elettromagnetiche; Geospatial Intelligence (GEOINT) per dati ed immagini georeferenziati; Measurement and Signature Intelligence (MASINT) per dati metrici, angolari, spaziali, di lunghezza d’onda di eventi ed obiettivi di interesse informativo; Open Source Intelligence (OSINT) per dati e notizie tratte da fonti aperte.
- l’elaborazione dei dati e delle notizie dove, attraverso l’analisi, si trasforma l’elemento informativo grezzo in un articolato e fattivo contributo conoscitivo. Di fatto è la trasformazione del dato notizia in informazione, ovvero la notizia viene verificata nella sua attendibilità ed è pronta per essere trasferita agli organi competenti. Questa fase rappresenta il passaggio distintivo dell’intelligence;
- la disseminazione delle informazioni ai diretti interessati, secondo il principio del “need to know”, ovvero della necessità di conoscere l’informazione in ragione dell’incarico o dell’attività da svolgere.
Al termine del ciclo, è prevista una fase di valutazione e feedback, al fine di verificare l’aderenza delle informazioni elaborate alle esigenze definite dall’Autorità di Governo.
L’attività di intelligence differisce profondamente da quella investigativa e può essere sintetizzata nella distinzione tra analisi preventiva e analisi repressiva, ante delictum e post delictum; l’intelligence opera prima, l’investigazione dopo.
Destinatario ultimo del prodotto dell’investigazione, inoltre, non è il potere politico ma quello giudiziario, mentre le informazioni raccolte dalle Agenzie di intelligence non possono provocare effetti giudiziari diretti e vengono utilizzate per un fine ben più alto, ovvero quello di garantire il bene costituzionale preminente, la sicurezza dello Stato.
Infatti, l’interesse dello Stato-comunità alla propria integrità territoriale ed alla propria indipendenza, identificato come interesse alla sicurezza dello Stato nella sua personalità internazionale, diviene presente e preminente su ogni altro che, seppur di rango costituzionale primario, resta fisiologicamente destinato a rimanere recessivo.
L’intelligence rappresenta, dunque, uno strumento fondamentale per comprendere la realtà, individuando le informazioni rilevanti per limitare la disinformazione e la manipolazione; si contraddistingue per il suo carattere interdisciplinare. Le attività di intelligence interessano infatti diversi ambiti (politico, militare, sociale, economico, ecc.), i quali devono essere efficacemente integrati per poter ottenere un prodotto informativo aderente alle aspettative dell’Autorità di Governo.
Tra le minacce di particolare attualità vi è la minaccia cyber, la cui normazione non è del tutto aderente e confacente alla minaccia che si evolve progressivamente e con modalità sempre più aggressive. L’estrema e cangiante velocità di trasformazione della minaccia deve essere contrastata con pari velocità per non essere perdenti nei campi dell’intelligence e della sicurezza dello Stato.
Essa è inserita nel perimetro della sicurezza nazionale cibernetica.