Se si è arrabbiato chi non ha potuto fare la spesa al supermercato o il pieno di carburante alla stazione di servizio, che devono dire i seimila dipendenti di Stellantis cui il blocco dei pagamenti elettronici ha impedito il regolare accredito degli stipendi sui rispettivi conti correnti bancari?
Il Black Friday funestato da riprovevoli disservizi tecnologici non è l’unica nota dolente nell’universo finanziario di questi giorni.
A dispetto del 27, giorno comunemente dedicato alla celebrazione laica di San Paganino, il guasto del giorno 28 avrebbe fatto saltare la corresponsione delle retribuzioni che i comuni mortali immaginano fosse dovuta avvenire il giorno precedente.
La storia di Stellantis che non paga i salari di migliaia di lavoratori stride con il calendario e si innesta in un contesto in cui il clima e l’orizzonte sono tutt’altro che rassicuranti.
Il colosso dell’auto, che in queste ore ha pure visto piovere sul tavolo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares, venerdì avrebbe comunicato alla popolazione aziendale di Mirafiori che un problema tecnico, indipendente dalle responsabilità dell’impresa, ha bloccato le transazioni e inibito la possibilità di “riempire” la busta paga….
Pur prevedendo di poter sbagliare e chiedendo anzitempo scusa in caso di errore, riesce difficile immaginare che gli uffici dedicati alla contabilità di Stellantis si siano messi ad eseguire i pagamenti verso mezzogiorno del 28 Novembre, proprio quando i lavori di ripristino delle condotte del gas in Canton Ticino hanno portato a recidere i cavi in fibra ottica in cui corrono i flussi informativi di chi gestisce a livello continentale il trasporto delle operazioni bancarie.
Se anche così fosse, voglio augurarmi che qualcuno abbia modo di spiegare a chi si occupa di questioni amministrative e informatiche in Stellantis che i pagamenti si possono pianificare e disporre senza aspettare l’ultimo minuto ma provvedendo alla operazione semplicemente posponendone l’esecuzione finanziaria.
Ai lavoratori sarebbe arrivata una comunicazione secondo la quale “Al momento non disponiamo di indicazioni circa le tempistiche di risoluzione del clearing”, dove alla lettura della parola “clearing” è probabile che un coro di vaffanculo si sia levato al cielo sgombrandolo da qualsivoglia perturbazione.
Il blocco dello scambio di dati tra istituti di credito diversi (così voleva intendere il mezzemaniche che non mangia panini ma “sandwich”) sarebbe stato imputabile al guaio che le realtà clienti del provider francese Worldline hanno passato per colpa di qualche operaio e una ruspa in Svizzera.
Mentre tutti ci auguriamo che oggi 2 dicembre i dipendenti ricevano quel che spetta loro, vista la turbolenza dei rapporti tra Stellantis e la sua forza lavoro, varrà la pena che i sindacati si facciano sentire per la verifica dell’effettiva corrispondenza tra mancato accredito e incidente tecnologico.