Che ci frega. Gli hacker si stanno dando da fare altrove. A migliaia e migliaia di chilometri di distanza…
I raid dei pirati informatici stanno generando una eclissi informatica del Sol Levante e nessuno ne parla. Giusto. Mica tocca a noi…
Probabilmente il merito è dei jingle radiofonici della Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale o forse degli struggenti video che i suoi abili comunicatori hanno piazzato su Youtube inondando l’universo di perle di saggezza telematica (non me ne voglia Andrea Aparo che nel 1995 sottotitolava il suo “Il libro delle Reti”).
Forse gli acrobatici masnadieri di Internet, dopo aver messo a ferro e fuoco l’Italia senza trovare la benché minima resistenza, hanno scelto di fare rotta su obiettivi più entusiasmanti ad esser conquistati.
Prima di gioire per l’essere considerati dei cavernicoli digitali e per non dar nessuna soddisfazione a chi perfora i nostri sistemi hi-tech, non dimentichiamo che i criminali ci impiegano meno di ottanta giorni a fare il giro del mondo. Magari qualche loro scansafatiche, uno cui “piace vincere facile”, può pensare di riaffacciarsi sulla giostra di server e reti nostrane…
Nel frattempo il colosso bancario giapponese MUFG Bank il giorno di Santo Stefano ha comunicato di avere “problemi di instabilità” e ha ricondotto il barcollare dei suoi solidi sistemi informatici alla convergenza di azioni delittuose poste in essere da malintenzionati con sopraffine competenze tecnologiche.
Contemporaneamente, ad alzare le braccia in segno di resa è stata Japan Airlines che ha dovuto subito ritardare il decollo di 24 voli nazionali e alzare velocemente il ponte levatoio del proprio castello virtuale.
L’importante compagnia nipponica di trasporto aereo ha immediatamente bloccato l’assalto e ha ripristinato la normalità nel giro di poche ore, limitando al minimo i disagi ai propri passeggeri. Le verifiche hanno portato a rilevare che non ci sono stati virus volti a danneggiare archivi e documenti elettronici o sistemi gestionali e che non c’è stato alcun impatto sulla sicurezza del volo.
Nonostante la prova di resistenza e reattività, chi in Giappone si occupa di cybersecurity ha ritenuto di invitare a far di più nella difesa di quel che rappresenta il sistema nervoso del Paese.
Proprio come da noi, dove – non succedendo fortunatamente nulla per disinteresse degli avversari – ci si convince di esser bravi.
Proprio come da noi, dove tra le mille cose che non funzionano i treni sono una catastrofe e gli ospedali azzoppati informaticamente sopravvivono grazie a provvidenziali bloc notes.
Proprio come da noi, dove i disastri non hanno bisogno di esser innescati dagli hacker perché sappiamo fare tutto da soli, senza bisogno di aiuto.