Chi la conobbe, ricorda che Marisa Bellisario amava spesso raccontare dello stupore e dell’incredulità che suscitava negli interlocutori nel presentarsi come leader di una società.
Agli inizi della carriera, raccontava Marisa, «qualche volta, rispondendo al telefono, mi è capitato di sentirmi dire: c’è il signor Bellisario?» pensando subito alla segretaria di amministrazione piuttosto che alla manager woman. In alcune interviste, la “signora con i baffi” (così ironicamente definita), sosteneva che per ottenere successo nella vita, era necessario avere fiducia in se stessi, pensare positivo ed avere tanta voglia di lavorare.
L’uguaglianza di genere, intesa come opportunità e come rimozione degli ostacoli in vista della scalata ai vertici, rimase un costante richiamo che Marisa proiettava dentro e fuori la sua vita professionale.
Ho provato a scrivere questo articolo più volte ma ho sempre rinunciato a farlo dopo le prime righe perché mi è sembrato molto complicato mettere in chiaro tutte le idee che mi frullano nella testa sull’argomento. Ora ci riprovo, sperando di riuscire ad arrivare alla fine. Vorrei iniziare con il ricordo di Marisa Bellisario perché, avendo vissuto assieme a lei i primi anni di lavoro in comune nella stessa azienda (l’Olivetti Divisione Elettronica), conosco bene la sua evoluzione di carriera aziendale che è diventato un simbolo italiano della realizzazione femminile nella carriera manageriale al pari di quella maschile. Solo che negli anni sessanta c’erano lei e poche altre, oggi ce ne sono a migliaia. Ecco perché mi è sembrato significativo usarla come esempio della veloce crescita manageriale femminile nelle aziende italiane.
Oggi, nel secondo quarto di secolo duemila, il rapporto uomo-donna non si è completamente liberato dal predominio maschile. L’esempio che dobbiamo considerare è quello dei femminicidi. I dati del Ministero degli Interni riportano che dal primo gennaio al 22 dicembre 2024 sono 109 le vittime donne, di cui 95 uccise in ambito familiare/affettivo e di queste 59 che hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner, non sono troppo alti per un paese civile?
Anche il Presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno 2024 ha affrontato tale problema ancora esistente in Italia con queste parole:
“Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste. Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza.”
Fin qui ho scritto con la mia solita convinzione di quello che scrivevo, da qui in poi viene la difficoltà di cui ho già accennato che spesso mi ha fatto smettere. Non ho nemmeno io chiaro ciò che devo scrivere perché non sono certo di come stanno realmente le cose … forse è parzialmente vero che nel genere umano il maschio debba per natura prevalere sulla femmina.
Chissà? Proviamo a proseguire. Non c’è dubbio che l’uomo sia monogamo, quindi si accoppia con una sola femmina e per natura è anche più forte fisicamente – come se dovesse proteggere e difendere la propria compagna. Non è così? Altra differenza, la donna sempre per natura ha la possibilità di segnalare il suo primo rapporto sessuale con la rottura dell’imene, quindi si differenzia il suo primo rapporto dai successivi.
Non è così? Ci sarà un motivo? Chissà? Forse anche qui è meglio smettere, altrimenti vado sulla strada di coloro che la pensano al contrario di come la penso io. E mi faccio trascinare da coloro che su queste differenze naturali ci hanno marciato per fare i pascià come i componenti maschili del clero della nostra Chiesa Cattolica, unici a far carriera facendosi servire perennemente dalle suore.
Forse posso accennare ad una conclusione sull’argomento provando a fare queste due considerazioni, il rapporto uomo donna non è semplice si deve costruire e, per farlo durare, si deve usare sempre il “compromesso”, la donna è al livello dell’uomo nell’uso del cervello (anzi a volte lo supera), ma resta inferiore negli altri mezzi fisici e deve appoggiarsi a lui.
Ma anche questo è parzialmente vero perché durante le guerre passate, quando gli uomini erano al fronte a combattere, hanno mandato avanti l’intera economia dei paesi belligeranti sostituendo l’uomo in tutte le sue attività manuali. Anche questo è vero.