Da tempo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si definisce “amica” di Elon Musk. Senza voler scomodare i tanti dizionari, generalmente il sentimento di amicizia deriva da rapporti di lunga data. Implica fiducia, simpatia, scelte condivise nel tempo e tanto altro. Si tratta di un sentimento profondo che ha radici solitamente lontane per costanti frequentazioni e comunanza di valori ed intenti a livello interiore e personale. Altrimenti si tratta di conoscenza, più o meno approfondita. L’amicizia tra la Meloni e Musk, salvo smentite, non si fonda su rapporti risalenti a molti anni fa. Difficilmente si potrebbe dimostrare che da tempo si scambiano confidenze e condividono scelte personali che non siano politiche od economiche.
La vicinanza dell’uomo più ricco del mondo potrebbe avere secondi fini di natura economica e politica. Quelli di natura economica potrebbero sintetizzarsi nell’interesse personale a vendere la tecnologia satellitare e di telecomunicazioni Starlink al nostro Paese ad un prezzo non certo irrisorio. Senza entrare in tecnicismi sul sistema si potrebbe tranquillamente dire che l’interesse è eminentemente economico. Come dicevano i latini: pecunia non olet. Con ogni probabilità le motivazioni politiche sono riconducibili alle strategie del neo Presidente Donald Trump; Elon Musk sarà un membro privilegiato ed influente della sua Amministrazione.
Al di là di quella che potrebbe essere la strategia del binomio Trump-Musk c’è da domandarsi perché la scelta dei due miliardari sia ricaduta sul Presidente del Consiglio italiano. Trump ha detto che “ha preso d’assalto l’Europa”. La Premier è una donna, ha un eloquio efficace, sa usare la mimica facciale con moine, faccine, vocine, gesti ad effetto. Europeista non accesa, si potrebbe dire il minimo sindacale, in Unione Europea non lo è in Italia, se non quando non può farne a meno. Sa ben districarsi tra le necessità estere ed interne. Anche per gli indubbi problemi di altri leader europei, riesce ad evidenziarsi per avere una compatta maggioranza.
Chi ha ricordo, le Brigate Rosse definivano l’Italia l’anello debole del sistema dello stato imperialista delle multinazionali, il famoso SIM (da non confondere con il Servizio Informazioni Militari che fu attivo in Italia dal 1925 al 1945). Così i due miliardari potrebbero avere individuato in Giorgia Meloni la “Trump Card”, come l’ha definita, con una felice espressione, il giornalista di Repubblica Massimo Giannini. In questo caso la Meloni sarebbe l’anello debole, in quanto facilmente convincibile con sperticati elogi solleticando i punti deboli della sua personalità. Ognuno ha i suoi, è innegabile. Musk riserva post melliflui per la Premier e perfidi verso i suoi avversari, i Magistrati ed altre categorie. Ingerenza vera e propria nel secondo caso. Gli sperticati elogi verso chi sperano possa essere il passepartout per sfaldare l’Europa potrebbero essere ammantati da un interesse “peloso” con finalità anti europee.