Il dramma delle ferrovie ha connotati apocalittici. Nel weekend il nodo di Milano e la paralisi verso Genova, Bologna e Venezia. Ieri la tratta Roma-Napoli, oggi la Toscana e stasera la stazione Termini della capitale.
Se lo scenario è sconfortante, voglio raccontarvi quel che ho vissuto “indirettamente in diretta” con un mio carissimo amico, ex collega in fiamme gialle e ora manager in contesto industriale.
In epoca in cui non si affidano alle onde i messaggi di aiuto inseriti in provvidenziali bottiglie, chi si trova in un mare – ma stavolta di guai – ricorre a WhatsApp per lanciare il suo grido di dolore…
Il fatto di avere tra le mani un piccolo dispositivo portatile capace di veicolare voce, testo, foto e video e recapitare tali contenuti ovunque in un batter di ciglia fa pensare di esser davvero nel 2025. Tale sensazione, però, sbiadisce fino a scomparire quando ci si accorge che ci si trova misteriosamente nel Medioevo o forse addirittura nella preistoria.
Il messaggio che ho ricevuto alle 9 e 33 – dopo una premessa che suonava rassegnata come le ultime volontà di un condannato – ha inaugurato una struggente radiocronaca proseguita con continui e sempre meno rassicuranti aggiornamenti.
“Partito stamattina all’alba, dal paesino toscano dove abito, sono stato accolto da un primo ritardo di 15 minuti per arrivare a Pisa, dove avrei dovuto, incrociare il treno per Roma, che non ho preso poiché in ritardo da Genova di 60 minuti… Quindi mi sono precipitato a Firenze con un altro regionale per incrociare un treno per Roma da SMN, mal me ne incolse perché anche il treno che avrei dovuto prendere era in ritardo e quindi ho fatto il terzo cambio di biglietto, sono riuscito a prendere un altro treno, comunque in ritardo di altri 20, il che mi ha fornito la possibilità di salire su…”
Il mio amico è sempre stato coraggioso e determinato, ma non immaginavo che sarebbe stato capace – Ferrovie complici – a imbruttire persino Indiana Jones.
Il testo continua. “Risultato: attualmente siamo fuori Firenze fermi, senza ulteriori indicazioni e debbo confessarti che nonostante il fatto che debba ancora lavorare per vivere, a queste condizioni è assolutamente impossibile. Chi potrà far qualcosa…?”
Una mezz’oretta dopo una piccola raffica di grida di dolore: “Ora per info, siamo stati dirottati su un binario alternativo…”, “Una odissea grottesca” e “Degna del Centroamerica anni 80”.
I Paesi Latini al di là dell’Atlantico spero non si offendano per l’azzardato paragone sfuggito al mio amico. Come lui per giungere a Roma, anche i ferrotranvieri col sombrero devono ancora farne parecchia di strada per ottenere certi risultati di cui finora solo noi riusciamo a vantarci.
Alle 10 e 20 un ulteriore urlo virtuale mi fa sentire “Ora veniamo informati che ci sarà un ritardo di 70 minuti causa guasto linea”. Lo strillo disperato è integrato da “riassunto del mattino, primo treno in ritardo, treno da Genova per Roma con 60 minuti di ritardo, treno da Firenze in ritardo, treno sostituito e preso grazie al ritardo, in ulteriore ritardo causa black out sulla linea Firenze-Roma”.
Cerco di consolarlo ma è persino difficile trovare le parole.
Ad un certo punto leggo “Caro Umberto, spero solo che siano sabotatori, in quel caso sarà risolvibile, se invece come temo si tratta di inadeguatezza…”
Anch’io mi auguro che si tratti di ignobile sabotaggio e non dello sgretolarsi di qualcosa lentamente divorato dalle termiti dell’incompetenza e dell’incapacità.
Guasti frutto di rappresaglie sarebbero facilmente rimediabili con una corretta e proporzionata gestione della sicurezza aziendale nel rispetto di procedure e soluzioni che certo sono già disponibili e in esercizio.
Il ripetersi di incidenti e inconvenienti ha una frequenza talmente elevata e una distribuzione così vasta sul territorio che porta a pensare che a prendere di mira le Ferrovie sia un’organizzazione ben strutturata e con operatività capillare. Una specie di esercito irregolare o comunque un sodalizio robusto e determinato.
Qualcuno nello schieramento di Governo vede l’ombra della sinistra.
La sinistra di questo Paese non riesce a mettersi d’accordo sul numero di cucchiaini di zucchero da metter nel caffè, figuriamoci se riesce a ordire complotti o alimentare commandos lungo i binari.
La notizia di Roma Termini è di qualche minuto fa. Ne riparliamo domani…