La sequenza filmata di un vandalo che distrugge maxischermi e computer in uno scalo aeroportuale è rimbalzata in Rete e si è propagata attraverso le chat su WhatsApp. In sovrimpressione c’è la scritta “Aeroporto di Fiumicino” e la data “23/02//2025” e nelle discussioni con i sistemi di messaggistica istantanea si sono scatenati i commenti più feroci…
Il peggio di quel che bolle in pancia si trasforma in frasi caustiche, scritte tutte in maiuscolo quasi si volesse sottolineare l’intensità della rabbia e dell’odio cui non si riesce metter freno.
E’ la cartina al tornasole dell’intolleranza che caratterizza stati d’animo e atteggiamenti quotidiani. E’ la prova inconfutabile del livello di ignoranza e di analfabetismo di chi urla “guarda questi bastardi negri cosa vengono a fare a casa nostra…”, senza rendersi conto di trovarsi dinanzi ad un video che nulla ha a che fare con l’aeroporto “Leonardo da Vinci” della capitale.
E’ solo il caso più recente – la bolla è proprio di questi giorni – di bufala che piove sui nostri smartphone, andando a fomentare chi poi travasa la propria bile nella vita quotidiana e, ahinoi, quando si reca alle urne auspicando l’ascesa di un partito vendicatore…
Ci troviamo dinanzi alla dimostrazione di quanto sia facile alimentare il malumore, l’insoddisfazione, il desiderio di repressione cieca e disumana. Basta mettere in circolazione qualcosa di eclatante per convincere lo spettatore o il lettore della sussistenza di fatti ed eventi mai esistiti o riferiti a contesti incredibilmente diversi.
IL VIDEO FAKE
La clip del martellatore impazzito, che fracassa sei grandi display e cinque computer, non è nuova e – se vogliamo – è una sorta di “fake classico”. Il filmino, infatti, era già apparso ai primi di settembre 2024 localizzando il fatto all’aeroporto di Dublino, seminando sconcerto e fastidio non solo in Gran Bretagna fino a che la notizia è stata bollata come un falso clamoroso.
Chi ha condiviso a più non posso il file in questione non si è preoccupato di notare che le scritte dei cartelli di indicazione erano in spagnolo (“Salida” al posto di “partenza”) come pure le diciture sui giubbotti del personale di sicurezza (dove spicca “Seguridad Privada), ma si è affrettato a catapultare la bufala sugli smartphone di tutti i suoi contatti.
Le immagini – in realtà riprese a Santiago del Cile ad agosto dello scorso anno ritraggono un poveraccio di Haiti che scatena la sua furia dopo aver scoperto di esser stato truffato e di ritrovarsi tra le mani un biglietto contraffatto che non gli consentiva di salire a bordo del volo per Miami…
Gli oltre ventimila euro di danni provocati dall’ingiustificabile disperato sono una inezia rispetto alle conseguenze della diffusione del video che ha destabilizzato le coscienze prima degli irlandesi e adesso degli italiani grazie alla manipolazione di un gruppo di imbecilli che ha apposto anche il proprio logo “The Romae Zoo”.
Il ribollire dei peggiori sentimenti, che ha caratterizzato il passaggio del video da un telefono all’altro, dovrebbe spegnersi in fretta e far riflettere sulla incapacità di ragionare e verificare prima di far esplodere le reazioni più animalesche che purtroppo sono comodamente radicate in tanta gente attorno a noi.
Se un filmato diventa virale senza alcun riscontro e tutti ne accompagnano il rimbalzo con propri commenti che trasudano odio e acredine davvero gratuiti, siamo davvero vicini all’estinzione della civiltà. Educazione, istruzione e sensibilità sono già morte da tempo.